Intervenendo in occasione di un evento a Milano, il presidente del Consiglio uscente, Mario Monti, che allora non aveva ancora annunciato la sua “salita” in politica, ha dichiarato che “l’Italia non ha grandi squilibri a parte il rapporto debito/Pil”.


Per stabilire se un’economia è in equilibrio è necessario valutare diverse grandezze. Oltre a quella del debito pubblico, serve dare uno sguardo anche al deficit, alla bilancia dei pagamenti, nel dettaglio alle partite correnti, e all’indebitamento estero.


Con debito pubblico/Pil al 127,3% nel terzo trimestre del 2012 (ultimi dati Eurostat disponibili), Monti ha ragione quando dichiara che il rapporto rappresenta un grande squilibrio per l’Italia.


Rispetto ai paletti europei imposti dal Trattato di Maastrich che richiedono il rispetto di un target al 60% per il debito/Pil, il 127,3% registrato tra luglio ed agosto del 2012 risulta fuori obiettivo, soprattutto se si considera la traiettoria rialzista del rapporto stesso. Dal 2* trimestre 2012, il debito/Pil è infatti in aumento (era 126,0%). Il dato è peggiore anche rispetto al 3* trimestre del 2011, quando il debito/Pil era al 119,9%. La Germania ha un rapporto in calo all’81,7% dall’82,4% del 2* trimestre, mentre, all’altro estremo, la Grecia ha registrato il debito/Pil più alto tra i Paesi Ue al 152,6% dal 149,2%. Le migliori performance sono state quelle dell’Estonia (9,6%), della Bulgaria (18,7%) e del Lussemburgo (20,9%).


Se si guarda al deficit, l’Italia non è da annoverare tra i peggiori della classe in Europa. Secondo gli ultimi dati Eurostat disponibili e riferiti al 2011 (quelli per il 2012 saranno pubblicati nell’aprile del 2013), i rapporti deficit/Pil più bassi sono stati registrati dal Lussemburgo (-0,3%), Finlandia (-0,6%) e Germania (-0,8%). L’Italia, insieme ad altri 17 Paesi, ha invece il rapporto superiore alla soglia prevista dai trattati europei del 3%, al 3,9%. Con l’Italia troviamo i cosiddetti Pigs e, dunque Portogallo (-4,4%), Irlanda (-13,4%), Grecia e Spagna (entrambe a -9,4%).


Quanto invece alle partite correnti, che registrano importazioni ed esportazioni di un Paese, l’Italia si trova nel gruppo dei 17 Paesi che sono in surplus. Nel comunicato Eurostat, si legge infatti che, nel terzo trimestre, tra i 27 Paesi dell’Ue, 17 sono in surplus, 9 in deficit e solo uno in equilibrio. Il surplus più ampio è stato registrato dalla Germania (+41,5 bn euro), dall’Olanda (+12,6 bn), dalla Svezia (+7,8 bn) e dalla Danimarca (+4 mld,), mentre i peggiori della classe sono il Regno Unito (-20,2 mld), la Francia (-8 mld), la Polonia (-3,4 mld) e il Belgio (-2,8 mld). L’Italia è tornata in surplus nel 3* trimestre del 2012 con +1 mld euro da un deficit di -0,7 mld del 2* trimestre e di -13,1 mld del 1*.


Per l’ultimo indicatore, il debito estero, guardando ai dati forniti da Bankitalia, si vede che il dato non ha subito incrementi significativi dal 31 dicembre del 2011 fino al 30 settembre 2012, passando da 673.391 a 695.017 miliardi di euro.


Debito pubblico a parte, l’Italia non si distingue quindi dagli altri Paesi per grossi squilibri. Un “Vero” per il professor Monti.


(Si ringrazia Stefania Spezzati per questa analisi)