Qualche settimana fa è stato Silvio Berlusconi – con toni decisamente più aspri – a ricordare che l’Italia è un contributore netto al bilancio dell’Unione Europea. Anche il sindaco di Firenze ci tiene a precisare che l’Italia – com’è giusto che sia, alla luce della dimensione della propria economia – contribuisce in maniera significativa al finanziamento dell’Unione Europea.



Ma è vero? In una parola: sì.



Nel 2011 l’Italia ha contribuito al bilancio dell’Unione Europea per circa 16 miliardi di euro, mentre la spesa europea in Italia è stata di 9,6 miliardi. Il contributo netto sarebbe quindi oltre 6 miliardi di euro, ma in realtà la Commissione calcola il cosiddetto “saldo operativo” in maniera un po’ più articolata:



  • rimuove dai contributi tutti i dazi raccolti alle frontiere del singolo Paese visto che in un Mercato Unico è impossibile sapere quale sia la loro destinazione finale,

  • omogeneizza le spese per l’amministrazione degli organi europei spalmandole come pari quota del contributo di ciascun Paese, in modo da non far apparire “spendaccioni” Paesi come il Belgio ed il Lussemburgo che ospitano istituzioni a servizio di tutti i Paesi Ue, quali la Commissione, il Parlamento e la Commissione Europea.



[Per maggiori dettagli consigliamo di leggere l’analisi della dichiarazione di Berlusconi citata sopra]



Il risultato è che il nostro contributo nazionale netto al bilancio Ue è stato di circa 14,2 miliardi di euro nel 2011 (vedi pag. 19) ed il nostro saldo operativo nei confronti dell’Ue vicinissimo a 6 miliardi di euro. Riassumiamo i dati nel grafico qui di seguito riportato.






Quindi ha ragione Renzi quando dice “l’Italia dà all’Europa”. Nel 2011 eravamo il terzo Paese contributore per saldo operativo in termini assoluti dopo Germania e Francia. Un contributo che si può considerare ancora più rilevante se rapportato al Pil. L’Italia è stata infatti addirittura il primo Paese contributore al bilancio Ue in termini di saldo operativo relativo, con un contributo pari allo 0,38% del Pil. Dopo di noi, Belgio e Paesi Bassi (0,36%), Germania, Danimarca e Finlandia (0,34%), poi Svezia (0,33%), Regno Unito (0,32%), Francia (0,31%), Austria (0,27%) e Lussemburgo (0,24%). Tra i Paesi ricevitori netti, invece, troviamo, con quote superiori al 3% del Pil, solo Paesi entrati nell’Unione Europea nel 2004: Polonia, Lettonia, Lituania ed Ungheria. Riassumiamo i dati qui sotto e intanto diamo un “Vero” a Renzi per questa dichiarazione.



Saldo operativo bilancio UE rapporto al Pil