La Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro



La seconda domenica di ottobre di ogni anno è dedicata al ricordo delle vittime degli incidenti sul lavoro ed è per questa occasione che il leader di Sel, durante un comizio a Roma, ha voluto ricordare la piaga delle morti bianche. Peccato che abbia usato i numeri in maniera lievemente imprecisa, vediamo perchè.



Il numero di infortuni



Per verificare la dichiarazione di Vendola utilizziamo il database dell’Inail, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. Come Vendola, anche l’Inail giustamente distingue tra infortuni e caduti sul lavoro. Cominciamo a verificare la prima parte della dichiarazione e riportiamo nella tabella in basso i dati dell’Istituto. Ebbene, dal 2009 il numero di incidenti non ha mai superato il milione. Anzi, pur rimanendo cifre importanti, il trend è fortunatamente in calo, probabilmente anche perchè il dato riflette l’attuale andamento del mercato del lavoro. La Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto registrano il più alto numero di vittime.






Il numero dei morti sul lavoro



Vediamo adesso al numero delle “morti bianche”. Secondo Vendola sarebbero oltre mille all’anno. L’Inail distingue tra decessi accaduti “in occasione di lavoro” e quelli avvenuti “in itinere“, ovvero nel tragitto verso il luogo di lavoro. Solo nel 2013 – e limitandoci alle morti sul luogo di lavoro – non si sono raggiunte le quattro cifre. Questa parte della dichiarazione di Vendola è quindi corretta se si guarda al totale. Sottolineiamo, anche in questo caso con le dovute precauzioni, che il trend è in calo.






Conclusione



Premettiamo che nel valutare complessivamente questa dichiarazione abbiamo tenuto in considerazione anche i decessi “in itinere”. Inoltre, va sottolineato che i dati dell’Inail includono solamente gli infortuni e i decessi registrati e denunciati. E’ quindi ipotizzabile che il numero possa essere più elevato rispetto a quanto riportato. Ad ogni modo, Vendola non utilizza correttamente tutti dati disponibili: la prima parte della dichiarazione meriterebbe un nì, ma la seconda parte alza il voto finale a “C’eri quasi”!