In chiusura di una manifestazione elettorale a Reggio Calabria, Giorgia Meloni accusa l’Ue di aver abbandonato l’Italia sulla questione immigrazione, e il governo di non aver difeso a sufficienza l’interesse nazionale a Bruxelles. Qualunque opinione si possa avere sul tema, questa non deve ostacolare la puntuale verifica dei dati citati dalla leader di Fratelli d’Italia-An.



Cos’è Triton



Triton è un’operazione di controllo delle frontiere coordinata dall’agenzia europea Frontex iniziata su richiesta del governo italiano ed operativa dal 1° novembre 2014. Triton non è intesa come un’operazione sostitutiva ma supplementare a Mare Nostrum. Secondo quanto pubblicato da Frontex e dalla Commissione Europea, il bilancio mensile di Triton sarà di 2,9 milioni di euro e le operazioni di Frontex saranno sotto il controllo del Ministero dell’Interno italiano. Triton potrà contare su 65 unità e 12 mezzi, tra cui 4 aerei, 1 elicottero e 7 mezzi navali. L’area operativa sarà nelle acque territoriali italiane e nelle zone di “search and rescue” (Sar) di Italia e Malta. Frontex metterà inoltre a disposizione cinque squadre di esperti a supporto delle autorità italiane per raccogliere intelligence sulle reti di traffico di esseri umani nei Paesi d’origine.



Chi partecipa



Fino a qui, tutto (abbastanza) chiaro. Sul numero dei Paesi partecipanti vi è una generale confusione nei documenti e nelle dichiarazioni rilasciate da ufficiali italiani ed europei, dovuta probabilmente all’aggiungersi di nuovi Paesi all’operazione con il tempo. Il 13 ottobre Frontex chiedeva più supporto tecnico, sostenendo che erano solo 15 i Paesi membri uniti all’operazione Triton. Il 16 ottobre Alfano ne contava già tre in più: 18. Il 31 ottobre la Commissione affermava che erano 21 i Paesi membri ad aver “indicato la volontà di partecipare” con risorse umane o tecniche. Infine proprio ieri (24 novembre) il direttore di Frontex Arias-Fernandez ha indicato che i Paesi partecipanti sarebbero stati addirittura 24.

Per saperne di più abbiamo contattato direttamente Frontex che per e-mail ci ha indicato che “Frontex ha ricevuto offerte di supporto dalla quasi totalità dei Paesi Ue e ha selezionato 18 Paesi sulla base delle offerte di durata e equipaggiamento tecnico offerto. L’agenzia non condivide la lista dei Paesi la cui offerta è stata accettata ma 18 Paesi più l’Italia partecipano a Triton ad oggi”. Non ci è stato riferito quanti di questi 18 sono Paesi dell’Ue (dal momento che avevano aderito a Triton anche Paesi extra-Ue come la Svizzera, la Norvegia e l’Islanda che sono membri dell’Area Schengen).

La ridottissima minoranza indicata da Meloni non riflette quindi la verità: quasi tutti i Paesi Ue si sono offerti di sostenere la nuova operazione. Non è dato sapere se le offerte di appoggio fossero talmente minimali da non essere di alcun uso effettivo, ma anche volendo concentrarci sui soli Paesi partecipanti, questi sono 18, non 7.



Gran Bretagna e Germania scappano?



Siccome Frontex non pubblica la lista finale dei Paesi partecipanti, siamo andati a vedere sui siti dei governi tedeschi e inglesi che tipo di informazione è resa disponibile. Per quanto riguarda il Regno Unito, il governo britannico ha espresso per bocca di Lady Anealy, sottosegretario agli Affari Esteri, l’opinione per cui non supporterebbe missioni di salvataggio nel Mediterraneo poiché finiscono non intenzionalmente per attirare ulteriori migranti. Dal momento che Triton è su carta un’operazione di pattugliamento dei confini e non di salvataggio, il Ministero dell’Interno britannico ha confermato al The Guardian che contribuirà a Triton con un “debriefer”. Ciò fa pensare a un coinvolgimento del Regno Unito indubbiamente limitato ma non propriamente di “fuga” delineata da Meloni.



Riguardo la Germania, il Paese figura nella lista di ottobre pubblicata da Frontex come aderente all’operazione. Detto questo, sul sito del Ministero dell’Interno si ravvisa una posizione favorevole del governo a sostituire Mare Nostrum con un’operazione di più ampio raggio. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa AFP la Germania avrebbe messo a disposizione dei poliziotti federali (meno di dieci) e un elicottero a partire dalla prossima estate, ma non abbiamo modo di confermare questi numeri.



Il verdetto



L’efficacia e l’opportunità dell’operazione Triton non sono oggetto di quest’analisi. Riscontriamo però che i numeri di Meloni non quadrano del tutto. Innanzitutto i Paesi aderenti sono stati la grande maggioranza dei membri dell’Ue e quelli che partecipano sono 18 oltre all’Italia. In secondo luogo, se non si può affermare che Regno Unito e Germania siano profondamente coinvolti nell’operazione di pattugliamento dei confini, non si può nemmeno sostenere che siano “scappati” visto che si sono entrambi offerti di aderire a Triton. Meloni non dichiara che le adesioni tedesche e britanniche sono relativamente minime – come d’altronde sembra naturale per un’operazione con 65 unità e 12 mezzi aeronavali divisa per 19 Paesi – ma che queste sono proprio inesistenti. Sommato alla grossolana riduzione nel numero di partner complessivi, questo le frutta un “Pinocchio andante”.