Iniziamo la verifica delle parole del governatore Cota con un dubbio: da una lettura approfondita dell’articolo, infatti, non è chiaro se l’affermazione del presidente della Regione Piemonte sia riferita all’assistenza sanitaria o a quella sociale. Nel primo caso il voto sarebbe una “Panzana pazzesca”, nel secondo un “Vero”. Vediamo perché.
Il presidente afferma la volontà di assumersi una responsabilità – quella dell’assistenza sanitaria – ricordando che essa non spetti in realtà alla Regione. Tale asserzione risulta non corretta se guardiamo all’articolo 117 comma 4 della Costituzione che riconosce la competenza concorrente in ambito sanitario: dunque, è la Regione a dover tenere in ordine i conti della sanità. La riforma sanitaria, per la Regione Piemonte, prevede tagli ulteriori alla spesa sanitaria, diminuendo il numero di ospedali e servizi al cittadino. Come visibile sul sito del Ministero della Salute, il Piemonte è l’unica Regione settentrionale impegnata nei piani di rientro finanziario conseguenti ad una spesa eccessiva in ambito sanitario.
Se invece consideriamo che Cota parlasse di assistenza sociale, la dichiarazione risulta vera, in base a quanto stabilito dal decreto legislativo 112 del 1998. L’articolo 131 di tale decreto sottolinea, infatti, come i compiti di erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché la progettazione e realizzazione della rete dei servizi, sia attribuita ai Comuni, in concorso con le Province.
Nel dubbio, diamo a Cota un “Vero”!
(Si ringraziano Beatrice Ghetti, Serena Sossai, Francesca Buzzerio, Gloria Peperoni e Giulia Fabbri della Faggiola per l’analisi – corso di laurea magistrale in Mass Media e Politica, Scuola di Scienze Politiche “Roberto Ruffilli”, Università di Bologna)