Il ministro Terzi ha ragione: come riportato in un recente studio del Ministero degli Affari Esteri e dell’istituto per il Commercio Estero, l’Italia e’ il “primo Paese europeo per interscambio commerciale complessivo con l’Iraq ed il terzo (dopo la Germania e la Francia) per quantità di esportazioni”.

 

Le esportazioni italiane verso l’Iraq sono cresciute costantemente negli ultimi anni e nel 2011 hanno raggiunto il valore di 490 milioni di euro, aumentando circa del 10% rispetto al 2010. Nel 2011 il valore delle importazioni dall’Iraq si è invece assestato sui 2,8 miliardi di euro, diminuendo di circa il 12% rispetto al 2010.

 

Le esportazioni italiane in Iraq consistono delle seguenti categorie merceologiche: macchinari ed apparecchiature destinati ai settori energetico e petrolifero, quali motori, generatori e trasformatori elettrici, turbine idrauliche e termiche, caldaie, strumenti di precisione per misurazione ed osservazione, oltre che strumenti nel campo delle risorse idriche e, anche se in misura ridotta, prodotti dell’industria chimica e farmaceutica. Le importazioni, invece, sono essenzialmente costituite da greggio.

 

Inoltre, come evidenziato da Mondimpresa, una particolare attenzione viene dedicata al processo di industrializzazione nel Kurdistan iracheno, dove la cooperazione italiana sta assistendo le autorità locali nello sviluppo di un sistema di distretti industriali di piccole e medie imprese e nella ristrutturazione del settore agricolo e di quello agroalimentare, per un costo previsto di 11 miliardi di dollari fino al 2013. Regioni come la Toscana, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e le Marche, hanno una rete avviata di contatti con le istituzioni regionali e provinciali dell’area.

 

Per quanto riguarda invece il totale dell’interscambio commerciale, diciamo che il Ministro ha deciso di arrotondare per difetto, ma forse ha esagerato: l’interscambio si attesta a 4,5 miliardi di euro, e non a 5 miliardi. Lo promuoviamo quindi con un “C’eri quasi”.