In occasione della giornata dell’acqua, Laura Boldrini affronta un argomento cruciale sia a livello nazionale che globale: il diritto all’acqua.
A livello internazionale, la Boldrini fa riferimento alla risoluzione 64/292 del 3 agosto 2010 adottata dall’Assemblea Generale nel quadro della decade dell’ “Acqua per la Vita 2005-2015”. Alla luce degli 884 milioni di persone che nel 2010 non avevano accesso ad acqua potabile, e all’1,5 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni che nel 2010 morivano per ragioni legati al mancato accesso all’acqua potabile e di mancanza d’igiene, l’articolo 1 della risoluzione constata che l’acqua sicura e pulita è un diritto essenziale per garantire il rispetto della vita e dei diritti umani. Iniziamo, quindi, con un bel “Vero”.
A livello nazionale, il referendum del 2011, al quale fa riferimento la presidente della Camera, conteneva due quesiti sui servizi idrici, e fu un’iniziativa civica promossa dal Forum Italiano dei movimenti per l’acqua. Il risultato positivo dei quesiti del referendum ha portato, nel caso del primo quesito, all’abrogazione di norme che consentivano di affidare la gestione dei servizi pubblici locali a operatori economici privati. Per quanto riguarda il secondo quesito, invece, il risultato è stato l’abrogazione parziale di norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l’erogazione dell’acqua, il cui importo prevedeva anche la remunerazione del capitale investito dal gestore. Corretta anche questa parte della dichiarazione, che conferma la richiesta, da parte dei cittadini italiani, di un servizio idrico pubblico: complessivo “Vero” per la nuova presidente della Camera.