Sapere con certezza quante armi nucleari ha la Russia non è semplice, visto che si tratta di un’informazione militare, ma a livello internazionale esistono comunque alcune stime fatte da ricercatori. Una delle più autorevoli e più aggiornate è quella realizzata dal centro studi statunitense
Federation of american scientists (Fas), che dalla fine della seconda guerra mondiale si occupa, tra le altre cose, di scienza e sicurezza.
Lo scorso 25 febbraio è uscita la stima più recente, realizzata dai ricercatori Hans M. Kristensen e Matt Korda, su quante armi nucleari siano ad oggi in possesso della Russia. Secondo i calcoli della Fas, l’esercito russo
ha a disposizione 5.977 testate nucleari, in calo rispetto all’anno scorso, suddivise in missili di vario tipo. Questo numero, di circa mille unità più alto della cifra indicata da Salvini in tv, ha bisogno però di un paio di osservazioni.
La prima: delle 6 mila armi nucleari in mano ai russi, circa 1.500 testate, sebbene integre, sono state ritirate e sono ormai in fase di smantellamento. Dunque non sono a disposizione per eventuali attacchi.
La seconda osservazione: delle rimanenti 4.477 testate, non tutte sono già schierate per un eventuale lancio. Secondo le stime dei ricercatori, ad oggi la Russia
ha schierate 1.588 testate nucleari strategiche, ossia quelle che
hanno uno scopo di deterrenza verso il nemico, minacciando per esempio una distruzione a lungo raggio e di ampia portata. Di queste, 812 testate sono su missili balistici lanciabili da terra, 576 su sottomarini e 200 su bombardieri, i grandi aerei militari che possono trasportare missili.
Altre 977 testate nucleari strategiche
sono invece nei magazzini, insieme a 1.912 testate non strategiche (
dette anche “tattiche”), ossia quelle con una gittata minore e obiettivi più limitati, per esempio al solo campo di battaglia.