Beppe Grillo torna un’altra volta sulla Rai, uno dei bersagli della politica di trasparenza avanzata dal Movimento 5 Stelle. Il leader del movimento si era infatti già lanciato in dichiarazioni sul numero di dipendenti e sui costi esterni dell’azienda, così come Roberto Fico, esponente del M5S eletto a presidente della Commissione di Vigilanza Rai.
Se sul numero dei dipendenti l’ex comico continua a mantenere una certa coerenza – sempre tredicimila, secondo lui – in realtà il numero totale per il gruppo ammonta a 11.661 unità, cifra che si apprende a pagina 176 del bilancio consolidato Rai per l’anno 2012. Mentre questo sembra essere soltanto il personale in organico, il totale dei dipendenti (che include anche le “unità a tempo determinato”) supera le tredicimila unità (13.158, per l’esattezza).
Ci sentiamo comunque in dovere di affermare che entrambe le cifre si riferiscono al numero medio di dipendenti, che non è proprio come prendere tutti i dipendenti e sommarli. Si tratta, infatti, di un metodo di calcolo che pesa ogni dipendente a seconda dell’intensità del suo apporto lavorativo con un’azienda (un dipendente vale 1 se assunto “full time”, 0,5 se assunto “part time” – il suo peso sarà moltiplicato per il rapporto tra i giorni lavorati ed i giorni effettivi dell’anno, ottenendo quindi un indice per ogni dipendente. Tutti gli indici saranno infine sommati per ottenere un numero arrotondato successivamente per eccesso o per difetto).
Detto ciò, il numero medio di dipendenti è utilizzato per fornire un’interpretazione più precisa sull’argomento, e non ci sentiamo quindi di essere troppo pignoli a riguardo.
Per quel che riguarda invece il miliardo (di euro) speso in lavori e consulenze esterne, basta sempre consultare il bilancio: a pagina 170 è possibile leggere che nel 2012 sono stati spesi in “consumi di beni e servizi esterni” ben 1,28 miliardi di euro, leggermente di più di quanto menzionato da Grillo.E’ bene inoltre notare che questa cifra include costi di gestione quali il pagamento dell’Imu o il contributo all’Authority, che esulano dal concetto di spese per lavoro e consulenze esterne richiamato da Grillo.
Insomma, ci sembra che la valutazione del leader del M5S sia vera nel suo complesso.