Pisapia ritorna a parlare della famigerata “Area C” della sua Milano questa volta nella trasmissione “Volo in diretta”. Nate nel 2008 con l’istituzione del famoso “Ecopass”, le zone a pedaggio urbano di Milano sono state introdotte come contromisura ai problemi di inquinamento dell’aria e dell’elevato traffico cittadino che hanno sempre caratterizzato il capoluogo lombardo. Area C è l’ultima incarnazione di tali intenti: si tratta di un sistema approvato dalla giunta Pisapia e in vigore dal 16 gennaio 2012 che applica restrizioni particolari al traffico in una precisa area della città corrispondente alla cosiddetta “cerchia dei bastioni”. L’Area C era stata prevista per un periodo di sperimentazione di 18 mesi, poi ridotti a dodici.
Veniamo ora alla dichiarazione: Pisapia dice che la maggior parte dei residenti non paga il ticket poiché sono consentiti venti accessi gratuiti e comunque almeno l’80% di essi entra meno di dieci volte.
Riguardo alla regole sugli accessi, Pisapia ha fondamentalmente ragione, ma è impreciso: secondo il regolamento di Area C, residenti e “assimilati” (soggetti con dimora abituale nell’area a pedaggio o proprietari di box etc…) possiedono fino a 40 accessi gratuiti su base annua non venti. Uno sbaglio “in negativo” per il sindaco di Milano che addirittura cita un dato più basso della realtà circa i servizi riservati dal proprio Comune ai residenti: per noi è un “Ni”!
Veniamo quindi alla seconda parte, per la quale utilizziamo i dati sul rendimento di Area C disponibili sul sito alla voce “Sintesi risultati Traffico + Effetti sospensione Area C – 16 gennaio-25 luglio + prima settimana settembre 2012” (il sito purtroppo non consente il download del più generale database sui risultati del traffico gennaio-dicembre 2012 ma, visto che la dichiarazione è del 30/10/2012, il periodo di valutazione del nostro database è appropriato).
Da pagina 23 del rapporto apprendiamo come i residenti (o “assimilabili”) registrati per l’accesso dell’Area C , siano 31.546 di cui il 44% entrati per non più di 10 giorni sui complessivi 113 a disposizione (ossia il periodo su cui il rapporto è redatto). Si tratta di un valore ben inferiore all’80% sventolato dal sindaco di Milano. L’imprecisione è ancora ipoteticamente più grande se pensiamo che il rapporto non include tutti i 365 giorni di un anno solare ma considera un periodo più ristretto viziato da interruzioni di diversa natura, tra cui quello compreso tra il 25 luglio e l’inizio di settembre legato alla famosa ordinanza del Consiglio di Stato (qui per maggiori dettagli). Un vero e proprio errore grossolano per il primo cittadino di Milano: la panzana è inevitabile!
Viene allora da domandarsi: sarà vero, citazioni a parte, che “la maggior parte dei residenti del centro di Milano non pagano il ticket”?
Il report chiarisce (pag. 23) come: “la stima fatta in fase di progettazione di Area C, sulla base dei dati raccolti nel corso del monitoraggio di Ecopass, lasciava attendere che circa il 50% dei residenti non avrebbe superato la soglia dei 40 accessi/anno gratuiti, prevalendo anche fra i residenti l’uso occasionale dell’autovettura privata”. Nel paragrafo successivo troviamo i conteggi effettuati nel periodo considerato: “Al 30 giugno 2012, 6.550 residenti avevano superato la soglia dei 40 ingressi gratuiti”; stando a questo dato quindi solo il 21,1% circa del totale residenti, a giugno, aveva “sforato” gli accessi gratuiti concessi. Il rapporto conclude, inoltre, affermando che “la proiezione del dato al 31/12/2012 conferma che circa il 56% dei residenti registratisi non supererà tale limite”. Pisapia, stando ai dati ufficiali in suo possesso al momento della dichiarazione, non sbaglia: un “Vero” finale per il sindaco di Milano.
E a questo punto, se guardiamo ai singoli giudizi (Nì, Panzana Pazzesca e Vero), quello finale non può che essere un “Nì” per Pisapia!