A metà tra satira e politica, Beppe Grillo non esita a criticare l’accordo tra Renzi e Berlusconi che ha portato all’approvazione della nuova legge elettorale, l’Italicum.



Ma che cosa dice davvero il ‘Pregiudicatellum’, come lo vuole chiamare Grillo, in materia di preferenze? Consultiamo il testo e senza fare tanta strada ci fermiamo subito al primo articolo dove leggiamo quanto segue: “La Camera dei Deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, attribuito a liste di candidati concorrenti in collegi plurinominali”. L’articolo 14-ter ci offre maggiori informazioni circa la composizione numerica delle liste: “Ogni lista, all’atto della presentazione, è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un ordine numerico. La lista è formata da un numero di candidati pari almeno alla metà del numero di seggi assegnati al collegio plurinominale e non superiore al numero di seggi assegnati al collegio plurinominale”. Ma quanti sono i seggi assegnati al collegio plurinominale? All’articolo 3 leggiamo che a questi collegi “è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei, fatti salvi gli eventuali aggiustamenti in base ad esigenze derivanti dal rispetto di criteri demografici e di continuità territoriale”.



Se Grillo ha tutto il diritto di lanciare la sua accusa contro la presenza di indagati in parlamento, non è propriamente corretto affermare che quanto previsto in materie di preferenze dalla nuova legge elettorale porti automaticamente alla candidatura e all’elezione di pregiudicati. La stessa logica vale, purtroppo, anche al contrario: non è scontato che garantire agli elettori la possibilità di scegliere eviti questo problema. Ad onore del vero, però, bisogna precisare che questa pratica non ha storicamente portato a conseguenze felici (si veda a tal proposito la puntata di Report del 30 settembre 2012 o quest’approfondimento di Quattro Gatti). La soluzione della questione sta a monte: si dovrebbe impedire la candidatura di pregiudicati e condannati in primo grado. Va inoltre sottolineato che ancora non si conoscono le potenziali liste che verrebbero presentati, di conseguenza questa parte della dichiarazione esula dal campo di quanto il fact-checking di Pagella Politica riesce ad analizzare trattandosi, di fatto, di una previsione.



Limitando quindi il giudizio alla prima parte di questa dichiarazione, Beppe Grillo, ne esce pulito: “Vero”!