In un’intervista sul suo blog, Beppe Grillo commenta sulla possibilità che la Lega di Salvini possa sottrarre voti al M5S. Il leader del movimento sottolinea che la Lega, a differenza del M5S, è stata al governo e ciò implica che abbia usato male il proprio potere investendo fondi in Tanzania e firmando il Patto di Dublino (più propriamente Regolamento di Dublino). Il Regolamento di Dublino, promulgato dal Consiglio dell’Unione Europea, rappresenta il documento base utilizzato dall’Ue per determinare la responsabilità degli Stati membri di fronte alle richieste d’asilo.



Lega artifice del Patto di Dublino?




Grillo si riferisce ad un tema che abbiamo analizzato anche in altre occasioni, quando Giorgia Meloni e lo stesso Salvini avevano additato il Pd (nelle figura di Letta) per aver sottoscritto l’ultima versione del Regolamento di Dublino, la III.



Nonostante Salvini stesso se ne distanzi, Grillo ha ragione a dire che anche la Lega ha la sua responsabilità. La seconda versione infatti, risalente al febbraio 2003, fu firmata durante il governo Belusconi II (la prima versione del documento risale al 1990), governo che si basava su una coalizione composta, tra gli altri, anche dalla Lega Nord (insieme a Forza Italia, Alleanza Nazionale, Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, Nuovo Partito Socialista Italiano e Partito Repubblicano Italiano).



Il Consiglio dell’Unione Europea, che votò il Regolamento, rappresenta i governi degli Stati membri ed è composto dai ministri responsabili della materia trattata in ciascuna specifica occasione, che in quel contesto rappresentano il volere di ciascun Stato membro. Il Regolamento del 2003 fu adottato durante una seduta del Consiglio degli Affari Economico e Finanziari (Ecofin, che riunisce i ministri dell’economia), ed era stato precedentemente discusso dai ministri di Giustizia e degli Interni nel Consiglio Giustizia e Affari Interni (Gai). I ministri del governo Berlusconi II coinvolti sono quindi stati Giuseppe Pisanu (ministro dell’Interno, Forza Italia), Roberto Castelli (ministro della Giustizia, Lega Nord) e Giulio Tremonti (ministro dell’Economia, Forza Italia).



Il verdetto



Considerata la presenza di un ministro leghista tra i membri del governo maggiormente coinvolti, non sembra esagerato definire la Lega artefice, o almeno co-artefice, del Regolamento di Dublino: “Vero”!