Matteo Renzi rivendica i successi del proprio governo anche in ambito di giustizia civile, riconosciuti anche nell’indice Doing Business della Banca Mondiale. E’ proprio così?
Doing Business
La Banca Mondiale stila ogni anno una classifica di 189 paesi del mondo ordinati in base alla facilità di fare impresa al loro interno. Quest’ultima viene misurata secondo una serie di indicatori, come la facilità nell’aprire un’impresa, nell’ottenere credito e nel pagare le tasse. Tra tali criteri figura anche quello relativo a “enforcing contracts”, vale a dire la facilità con cui si riescono a far rispettare i termini di un contratto in una disputa commerciale. Spesso si prende questo indicatore per fare riferimento più in generale all’efficienza della giustizia civile – come fa Renzi nella sua affermazione – ma bisognerebbe ricordare che la giustizia civile abbraccia molte altre tematiche.
Effettivamente il rapporto Doing Business 2016, pubblicato a fine ottobre, vede l’Italia piazzarsi al 45esimo posto nella classifica generale, scalando undici posizioni rispetto al Doing Business 2015 e altre nove rispetto al Doing Business 2014 che ci vedeva al 65esimo posto.
La voce “enforcing contracts” rimane ancora una nota dolente anche se si riscontra un netto miglioramento, passando dal 147esimo posto dell’anno scorso al 111esimo di quest’anno. Inoltre, su tale voce il rapporto indica l’Italia come il Paese che ha conta i maggiori miglioramenti nell’ultimo anno, dovuti all’introduzione del sistema elettronico per registrare i reclami.
Il verdetto
E’ vero che l’ultimo rapporto Doing Business attesta dei passi avanti sulla facilità con cui in Italia si riesce a far rispettare i termini di un contratto. Renzi tuttavia confonde questo indicatore con la più generica efficienza della giustizia civile e pertanto porta a casa soltanto un “C’eri quasi”.