Giorgia Meloni risponde a Matteo Renzi che accusa l’opposizione di aver voluto il Regolamento di Dublino, documento base utilizzato dall’Ue per determinare la responsabilità degli Stati membri di fronte alle richieste d’asilo.
L’accusa rinnovata
Non è la prima volta che i politici nostrani puntano il dito riguardo al controverso strumento. Ne è un esempio Salvini che aveva accusato il governo Letta di averne sottoscritto l’ultima versione, il Regolamento di Dublino III. Stavolta è la leader di Fratelli d’Italia ad accusare il governo, questa volta presieduto da Renzi, di aver fatto lo stesso. Ricordiamo che la prima versione del documento risale al 1990 (allora si parlava della “Convenzione di Dublino”), mentre la seconda versione (Regolamento di Dublino II) è del 2003.
Chi ha messo la firma
Un comunicato stampa del Consiglio dell’Ue (l’istituzione che rappresenta i governi degli Stati membri) datato il 7 giugno 2013, informa che il Consiglio ha adottato la nuova versione del regolamento alla prima lettura. Cogliamo l’occasione per ricordare che l’istituzione non ha membri fissi – in ogni riunione del Consiglio, ciascun Paese è rappresentato dal ministro responsabile della materia trattata in quell’incontro e difensore delle volontà del proprio Stato. Nel caso del Consiglio dei Ministri di Giustizia e dell’Interno del 6 e 7 giugno 2013, l’Italia era rappresentata dall’allora ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, come possiamo osservare nel riassunto ufficiale della riunione.
Il verdetto
Nel momento della firma il Presidente del Consiglio era Enrico Letta, non Matteo Renzi che lo ha sostituito a febbraio del 2014, anche se è vero che la firma sul documento è quella di Alfano, ministro dell’Interno di entrambi gli esecutivi: “C’eri quasi”.