La “tagliola” – o “ghigliottina” che dir si voglia – è diventato uno dei “temi del mese”, visto e rivisto anche da Pagella Politica, per la controversia che ha provocato nell’aula parlamentare in seguito all’ostruzionismo del Movimento 5 Stelle al decreto Imu-Bankitalia.



La procedura, come dice Grillo, consente di passare un decreto al voto durante qualsiasi fase della discussione in aula. Al Senato, la ghigliottina è regolata dall’articolo 78 comma 5 del regolamento: “Il disegno di legge di conversione, presentato dal governo al Senato, è in ogni caso iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea in tempo utile ad assicurare che la votazione finale avvenga non oltre il trentesimo giorno dal deferimento”. Questo provvedimento, come spiega un documento steso in collaborazione con il Comitato per la legislazione della Camera (vedi pag. 67), deve essere considerato insieme all’articolo 55 comma 5 dello stesso regolamento, in cui si specifica che “per la organizzazione della discussione dei singoli argomenti iscritti nel calendario, la Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari determina di norma il tempo complessivo da riservare a ciascun gruppo, stabilendo altresì la data entro cui gli argomenti iscritti nel calendario debbono essere posti in votazione”.



Grillo non sbaglia, inoltre, nell’affermare che la ghigliottina non è prevista nel regolamento della Camera, anche se a partire dalla XIII legislatura, quando la presidenza era guidata da Luciano Violante, quest’ultimo ritenne che rientrasse nelle sue responsabilità assicurare la deliberazione della Camera sui decreti legge nei termini costituzionali, ovvero entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione secondo l’articolo 77 comma 3 della Costituzione. Hanno trovato spazio in tutti i giornali le sue parole del maggio del 2000 su come non fosse accettabile “in nessun sistema politico democratico che sia una minoranza a deliberare e non una maggioranza”. Anche Gianfranco Fini, presidente della Camera nella XVI legislatura, ha minacciato l’uso della ghigliottina nel 2009 durante una discussione sul decreto legge recante disposizioni correttive del decreto legge anticrisi, finalmente approvato il 3 ottobre: “il presidente della Camera ha il dovere di rendere possibile l’esercizio del voto da parte di ogni deputato e quindi ha la prerogativa di avvalersi di quelle norme che rendono vano il legittimo ostruzionismo politico, legittimo ma palesemente volto ad impedire che la Camera si pronunci ed il decreto decada” (pag.12).



Grillo riporta correttamente ciò che è presente nei regolamenti del parlamento e ciò che invece non lo è e questo gli consente di guadagnare un “Vero” da Pagella Politica. Nel frattempo aggiungiamo che la sua dichiarazione ci permette di evidenziare un’utile riflessione, ossia che in merito alla ghigliottina la prassi è andata in una direzione diversa rispetto a quanto previsto dal regolamento, come dimostrano i casi delle presidenze di Violante e Fini. Di conseguenza la tagliola va sempre posta sotto una duplice lente: quella della fonte da cui è prevista e quella della prassi.