Berlusconi come Altiero Spinelli, Jean Monnet o Robert Schumann: un nuovo padre dell’Europa? In vista delle elezioni europee, il leader di Forza Italia ci parla di quello che è formalmente chiamato il Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa. Difficile determinare chi sia davvero il propulsore di questo progetto, vediamo intanto di ricostruirne la storia.
La necessità di rivedere le norme di base della legislazione europea emerse già nel 2000, quando Berlusconi non era ancora Presidente del Consiglio, con la firma del Trattato di Nizza. Nella Dichirarazione sull’avvenire dell’Unione (allegata al trattato di Nizza), veniva auspicato l’avvio di un dibattito più ampio e più approfondito sul futuro dell’Unione Europea che avrebbe dovuto affrontare, in particolare, quattro questioni chiave:
- la delimitazione più precisa delle competenze dell’Unione e degli Stati membri;
- lo statuto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea;
- il ruolo dei parlamenti nazionali nell’architettura europea;
- la semplificazione dei trattati.
Per rispondere all’ultimo punto, la Dichiarazione di Laeken, proclamata in occasione dell’omonimo consiglio del 2001, convocava ufficialmente la Convenzione Europea che a distanza di due anni, nel luglio 2003, ha elabora un progetto di trattato su cui i Capi di Governo sono riusciti a raggiungere un accordo solo nel giugno 2004. Il trattato – come dice giustamente Berlusconi, rientrato nel frattempo a Palazzo Chigi – venne firmato il 29 ottobre 2004 a Roma, in Campidoglio, nella Sala degli Orazi e Curiazi. Si tratta della stessa sala in cui i sei Paesi fondatori – Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda – firmarono i trattati istitutivi della Comunità economica europea (Cee) e della Comunità Europea per l’Energia Atomica (Euratom). A questo punto si apriva il lungo processo di ratifica del testo costituzionale che poteva avvenire o per via parlamentare – come nel caso italiano – o tramite referendum popolari. Come possiamo vedere in questa utile sintesi realizzata dalla Bbc, Berlusconi ha sostanzialmente ragione: il Trattato è stato effettivamente bocciato, per via referendaria, in Francia e Paesi Bassi. E’ lievemente impreciso, invece, affermare che 18 Paesi l’hanno ratificato. Il Trattato, infatti, ha completato il processo di ratifica in soli 16 Paesi; in Germania e Slovacchia, infatti, è stato approvato dal parlamento, ma le relative Corti Costituzionali non hanno finalizzato il processo.
Sebbene abbia presieduto diverse delle sessioni della Convenzione Europea, e fosse nuovamente a Palazzo Chigi al momento della firma del Trattato, è errato affermare che questo importante progetto di revisione della legislazione comunitaria abbia avuto il via grazie a Silvio Berlusconi, se non altro perchè tale necessità era emersa, come già abbiamo detto in apertura di analisi, a Nizza, nel 2000, quando Berlusconi ancora non era Presidente del Consiglio. Ad ogni modo, i numeri forniti dal leader di Forza Italia, a parte la lieve imprecisione su Germania e Slovacchia, sono corretti: “C’eri quasi”!