Riguardo l’espressione che introduce il dato da verificare (con cui Berlusconi riconosce di non essere un uomo “digitale”) riportiamo, con uno spirito di pura leggerezza, il video in cui, pronunciando la parola “google”, aveva evocato lo scrittore padre del realismo russo.
Passiamo ora al succo della dichiarazione. Siamo andati a scorrere le informazioni presenti sul sito del governo in cui sono elencati tutti i Ministeri, i nomi dei ministri e i sottosegretari dei governi che si sono avvicendati dal 1943 ad oggi.
Notiamo che nella dodicesima legislatura, il secondo governo guidato da Massimo D’Alema, in carica dal dicembre 1999 all’aprile 2000, annoverava, tra i sottosegretari di Stato alla Presidenza, il nome di Stefano Passigli con delega all’Innovazione tecnologica.
Tuttavia, è nel secondo governo guidato da Berlusconi, nato a seguito delle elezioni politiche del 2001, che per la prima volta è stata data ad un ministro la delega alll’Innovazione e la Tecnologia. L’incarico di ministro senza portafoglio, era stato, infatti, conferito a Lucio Stanca che lo ha mantenuto anche nel governo Berlusconi III, venuto fuori dal rimpasto del 2005.
Resta però da sottolineare, come riporta lo stesso decreto di delega da parte del Presidente del Consiglio al ministro Stanca e l’Enciclopedia Treccani, che il ministro senza portafoglio – anche se è parte del governo e del Consiglio dei Ministri – esercita soltanto le funzioni delegategli dal Presidente del Consiglio, e non è capo di un vero e proprio dicastero. Sarebbe stato più corretto se avesse parlato di “ministro” e non di “Ministero”.
Per questa imprecisione il giudizio è “C’eri quasi”.