Con queste parole Silvio Berlusconi tenta di mettere la parola fine ad un vero e proprio caso mediatico scoppiato dopo la manifestazione del Popolo della Libertà di sabato 11 maggio in Piazza Duomo a Brescia.



Cerchiamo di ricostruire l’ordine degli eventi. Dopo la sentenza di condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale emessa dal Tribunale di Milano e la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Napoli per la presunta compravendita di parlamentari, quella che doveva essere una semplice dimostrazione di supporto per il sindaco uscente, si è trasformata in un vero e proprio caso politico in cui il cavaliere ha ribadito, con ulteriore enfasi, la sua visione della giustizia in Italia.



Ma veniamo all’oggetto di quest’analisi. Diversi quotidiani e telegiornali (l’AGI, Il Sole 24 Ore, il Tg La7, Linkiesta), ricostruendo quanto successo a Brescia, hanno affermato, con tanto di virgolettato, che il leader del Pdl non solo avrebbe citato Enzo Tortora durante il suo intervento, ma si sarebbe addirittura paragonato a lui in quanto entrambi vittime innocenti di una giustizia che, secondo Berlusconi, risulta essere politicizzata e persecutrice. A proposito di questa citazione è intervenuta anche la figlia di Enzo Tortora, Gaia, attuale mezzobusto del Tg La7, sia su twitter che in diretta televisiva.



Enzo Tortora, storico conduttore di Portobello e de La Domenica Sportiva, è considerato uno dei padri fondatori della radio e della televisione italiana. La scelta di Berlusconi, di citarlo durante il comizio bresciano, deriva da quellO che passerà alla storia come il “Caso Tortora”: il 17 giugno 1983 il conduttore viene arrestato dai Carabinieri di Roma per traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. Il 17 settembre del 1985 viene condannato a dieci anni di carcere, salvo poi essere riconosciuto “innocente” nella sentenza d’appello del settembre dell’anno successivo.



Questa analisi non vuole determinare se Berlusconi sia o meno innocente (rimane un compito della magistratura), ma semplicemente verificare se l’ex premier si sia effettivamente paragonato al presentatore tv. Per capire da che parte stia la ragione, Pagella Politica, come al solito, è risalita alle origini. Ritenendo che non ci siano alternative possibili, abbiamo ascoltato per voi tutto il comizio che Silvio Berlusconi ha tenuto in Piazza Duomo in quel di Brescia.



Il cavaliere ha effettivamente menzionato Enzo Tortora in due occasioni. La più rilevante – e quella all’origine di questo caso mediatico – è quella al minutO 28:12 del video che abbiamo linkato, in cui afferma quanto segue: “Ieri sera, vedete, ho voluto rivedere un filmato e mi sono commosso. Ho rivisto le immagini di Enzo Tortora che rivolgendosi ai suoi giudici disse ‘Io sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi’. Ed è questo il sentimento di tantissimi italiani, non solo mio, tantissimi italiani che entrano ogni giorno nel tritacarne infernale della giustizia”. La seconda citazione avviene qualche minuto dopo (32:14): “Nel 1986, proprio dopo la sua commovente battaglia, la battaglia di Enzo Tortora, si fece un sondaggio, e risultò che l’80% degli italiani, anche attraverso un referendum successivo, disse sì alla responsabilità civile dei magistrati, ma subito dopo quella decisione fu dimenticata. Noi vogliamo ripercorrere la via decisa dal popolo sovrano!”.



Sebbene la citazione non sia affatto casuale e voglia veicolare un certo messaggio, il compito di Pagella Politica, in questo caso, è capire se Berlusconi si sia espressamente paragonato ad Enzo Tortora. Ebbene, come si evince dal virgolettato che abbiamo riportato, questo, a Brescia, non è accaduto. La nostra tesi è confermata anche da Luca Sofri nella sua rubrica “Notizie che non lo erano”, in cui scrive “Berlusconi non ha mai detto quella frase: la sua citazione di Enzo Tortora – discutibile comunque, se avvicinata alle questioni processuali di Berlusconi – si riferiva esplicitamente a una critica dei meccanismi della giustizia che riguardano tutti gli italiani e non a se stesso”.



È interessante notare come alcuni quotidiani, pur riportando (con qualche imprecisione) la frase “incriminata”, abbiano usato nei titoli un virgolettato che non è assolutamente imputabile al cavaliere; è il caso de La Stampa, L’Unità, Il Messaggero, giusto per citarne qualcuno. In questo caso la Panzana pazzesca sarebbe attribuibile alla stampa; Silvio Berlusconi, invece, porta a casa un “Vero”!



P.S.: il richiamo al referendum sulla responsabilità civile dei magistrati non è una novita per Berlusconi, che ne ha parlato anche a Bari in un altro comizio. Invitiamo i nostri lettori a consultare la relativa analisi attraverso questo link.