Il Ministro della Difesa dichiara, durante un videoforum su Repubblica TV, che l’Italia non si tira indietro dai suoi impegni militari. Pinotti sostiene addirittura che l’Italia sia presente con più truppe di tutti gli altri Paesi europei nelle missioni in cui interviene, citando in particolar modo le missioni di pace in Libano e nei Balcani.
Kfor e Unifil
Riguardo ai due esempi citati, il ministro Pinotti ha affermato in buona parte la verità. Infatti, cercando informazioni sul sito della Nato, si scopre che l’Italia contribuisce attualmente alla missione in Kosovo (Kfor) con 542 soldati, mostrandosi come seconda potenza europea dopo la Germania che in quel territorio ha 799 soldati (ci concentriamo esclusivamente su Kfor che è la missione attualmente più grande operativa nei Balcani senza voler andare indietro nel tempo ad analizzare la precedente missione Unmik sempre in Kosovo oppure gli interventi in Bosnia).
Dal sito del Ministero della Difesa veniamo poi a sapere che in Libano “l’Italia partecipa alla missione internazionale con un contingente di circa 1100 militari”. Il nostro contingente è più grande in Europa nel Paese dei Cedri e nel complesso è secondo dopo l’Indonesia in base ai dati forniti dalle Nazioni Unite, da cui apprendiamo anche che a capo delle Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon) c’è un italiano: il generale Luciano Portolano.
In “tutti gli scenari”?
Tuttavia appare iperbolico affermare che in ogni luogo le forze militari italiane siano le più numerose tra quelle europee. Per fare il solo esempio dell’attuale missione in Afghanistan, le forze tedesche, romene e georgiane sono superiori a quelle nostrane.
Verdetto
Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha dichiarato sostanzialmente la verità sull’impiego delle forze militari italiane nelle missioni in Libano e nei Balcani. Per enfatizzare il concetto è inciampata in un’iperbole, basti vedere l’attuale dispiegamento di forze in Afghanistan. “Nì”
(Si ringrazia Riccardo Pronzato per questa analisi)