La composizione dei Consigli regionali è stabilita dall’articolo 14 del decreto legge n.138 del 2011 che fissa i limiti al numero di consiglieri regionali ponderato sul numero di abitanti. Come recita il primo comma dello stesso articolo sono le Regioni che, nell’ambito della loro autonomia statuaria e legislativa, devono adeguare i rispettivi ordinamenti.
Per quanto riguarda la Sicilia, l’articolo 3 dello Statuto regionale fissa a 90 il numero di membri dell’Assemblea regionale. La Camera il 22 gennaio scorso ha approvato in via definitiva la legge costituzionale che, modificando l’articolo 3 dello Statuto della Regione Sicilia, riduce il numero dei membri dei Consigli regionali da 90 a 70 a partire dalla prossima legislatura. Ne segue che, come sostiene Storace, nelle ultime elezioni regionali tenutesi ad ottobre, si è votato per eleggere 90 deputati regionali.
In Lombardia il Consiglio regionale è formato da 80 membri (Art. 12 dello Statuto ). Anche la nuova legge elettorale, approvata nell’ottobre 2012, specifica che si eleggono 80 membri del Consiglio regionale. Non si è dunque “calato il numero dei deputati regionali”.
Per quanto riguarda il Lazio, lo Statuto regionale prevede all’articolo 19 che il Consiglio regionale sia composto da 70 membri. Il decreto del presidente dimissionario Polverini del primo dicembre scorso, che indiceva le elezioni regionali, determinava la composizione del nuovo Consiglio regionale nel numero di 50. Questo decreto, rinnovato poi il 22 dicembre per posticipare la data delle elezioni, era stato impugnato difronte al Tar del Lazio da parte di alcuni rappresentanti delle opposizioni, che ne chiedevano l’annullamento. Il Tar, il 15 gennaio scorso, si è pronunciato al riguardo e l’ordinanza ha rigettato la richiesta, confermando il contenuto del decreto con cui si è diminuito il numero di consiglieri.
Storace poi si sposta sul versante nazionale. Gli articoli 56 e 57 fissano a 630 i membri della Camera dei deputati e a 315 il numero di senatori per un totale di 945, evidentemente i mille a cui si riferisce Storace. Il disegno di legge costituzionale (che contemplava la riduzione del numero dei parlamentari) era stato approvato in Commissione e nel giugno scorso era stata votato in Senato anche il primo articolo del ddl che riguardava la riduzione del numero dei deputati. Come si legge sul sito della Camera nella sezione dedicata alle iniziative di riforma costituzionale, il disegno di legge non ha concluso il suo iter parlamentare fino alla piena approvazione ed è, quindi, annoverata tra le riforme in panchina (Corriere.it).
Non possiamo negare a Storace un “Vero”!