Oscar Giannino incalza la coalizione centrista sul conflitto di interessi, e sembrerebbe avere ragione: tra i candidati al Senato nella lista Con Monti per l’Italia in Liguria spicca in cima a tutti il nome di Maurizio Rossi. Il sig. Rossi in questo caso non è l’anonimo italiano medio ma il fondatore di Primocanale, che come giustamente osserva il leader di Fare per Fermare il Declino è la prima emittente locale in Liguria: come rivela un’indagine del 2011 sui media in Liguria pubblicata sul sito della Regione, “Primocanale si conferma come emittente più vista in Liguria: i contatti nel giorno medio nel 2010 del canale controllato da P.T.V. sono stati pari a 210mila in tutta Italia, di cui 199mila nella sola Liguria, quasi il doppio rispetto ai competitor Telenord e Telecity”.
Ma Maurizio Rossi ne è anche il “titolare”? Giannino sostiene che i criteri strettissimi adottati sul conflitto di interessi siano in realtà inesistenti. Questi, secondo il cosìddetto “Codice Bondi”, prevedono l’impegno di ciascun candidato a non prendere parte alle deliberazioni in cui ci si potrebbe trovare in conflitto di interessi o in alternativa a dismettere o costituire in blind trust le attività in conflitto. Nel caso in esame, da quanto si può appurare, sembra proprio che Rossi non sia più presidente di Primocanale. Dopo aver annunciato le proprie dimissioni il 14 gennaio, due giorni dopo (e una settimana prima della dichiarazione di Giannino) il consiglio di amministrazione di Primocanale ha nominato all’unanimità Cesare Castelbarco come nuovo presidente. Poi, se l’emittente rimarrà davvero indipendente è un’altra questione, ma non diamo giudizi a priori.
Giannino cerca di cavalcare l’onda del conflitto di interessi ma si infrange su un “Pinocchio andante”!