L’inchiesta sulla cupola criminale che avrebbe pilotato appalti indetti dal Comune di Roma continua ad allargarsi – è proprio di oggi (11 dicembre 2014) la notizia che sono stati compiuti due nuovi arresti – e sta avendo ripercussioni sul mondo politico romano e sull’azione di governo. Risale infatti a pochi giorni fa l’annuncio del Presidente del Consiglio sulle volontà del governo di inasprire le pene per i corruttori ed i corrotti, rafforzate anche dalla realizzazione di quanto siano pochi i carcerati per corruzione sul totale della popolazione carceraria. Vediamo subito se il suo ragionamento si basa su numeri giusti.
L’inchiesta de L’Espresso e i dati discordanti
Il Premier è stato prontamente corretto da un articolo del Fatto Quotidiano, il quale cita un’inchiesta de L’Espresso pubblicata nel novembre del 2013. Secondo i dati raccolti dal Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria (Dap) – dichiara Il Fatto Quotidiano – le persone finite in galera per corruzione con sentenza passata in giudicato sarebbero appena undici.
Abbiamo provato anche noi a fare la nostra verifica, chiedendo allo stesso Dap il dato più aggiornato dei detenuti in carcere per violazione degli articoli 318-322 del codice penale (corruzione per atti d’ufficio e per atti contrari ai doveri d’ufficio, oltre a corruzione in atti giudiziari, di persona incaricata di un pubblico servizio, o istigazione alla corruzione). Di seguto i dati:
Il verdetto
Stando ai numeri, effettivamente sembra essersi avvicinato di più Matteo Renzi che il Fatto Quotidiano. All’ultimo aggiornamento (10 dicembre di quest’anno) i soggetti in prigione per corruzione sono in totale 312, di cui 204 condannati in via definitiva e 108 attualmente imputati. Su una popolazione carceraria di circa 54 mila individui, non sono certamente tantissimi (meno dell’1% del totale), ma sono di più degli 11 citati dal Fatto Quotidiano.
Non sappiamo al momento quali dati abbia utilizzato l’inchiesta dell’Espresso per arrivare al risultato citato nell’articolo di cui sopra. Al momento, forti dei dati del Ministero della Giustizia, ci sentiamo di assegnare a Renzi un “C’eri Quasi” per la cifra sostanzialmente vicina alla realtà.