Parafrasando il buon Mike Bongiorno: “Ahi ahi Beppe Grillo mi cade sull’inquisito”! Al netto di eventuali errori di traduzione dall’italiano al tedesco (con la Bild non si sa mai), il leader del Movimento 5 Stelle scivola su uno dei temi forti della sua battaglia politica: quello del parlamento pulito.



Come indicato in questo studio di Quattrogatti.info, ripreso anche sul Fatto Quotidiano, i condannati con sentenze passate in giudicato nel nostro parlamento sono al momento “solamente” 7 (cinque nel Pdl e due nella Lega Nord). La cifra si avvicina al numero indicato da Grillo solo se si contano anche altri tipi di procedimenti giudiziari come indagini, processi in corso e prescrizioni. In quel caso, infatti, il totale degli eletti “inguaiati” sale a 37.



Salviamo il leader pentastellato dall’insufficienza piena solo perché i tempi in cui i parlamentari condannati in via definitiva erano 30 non sono poi molto lontani. Erano, infatti, così tanti fino alle elezioni dello scorso febbraio, addirittura 33 contando anche quelli dimessisi prima della fine del loro mandato nel corso della legislatura 2008-2013. Cinque anni da dimenticare in fretta, gli scorsi: al momento dello scioglimento delle Camere il conto dei parlamentari eletti nel 2008 che avevano avuto qualche guaio con la giustizia – prima o dopo la loro elezione – segnava un’incredibile quota 105, più del 10 per cento del totale.



Per Grillo urge quindi l’aggiornamento. L’enfasi della sua dichiarazione sulla legislatura in corso lo penalizza: per questa volta non si va oltre un “Pinocchio andante”.



(Si ringrazia Riccardo Patrian di Quattrogatti.info per questa analisi)