Questa dichiarazione di Letta include sicuramente un pizzico di soggettività, poiché alcuni partiti nettamente “non di sistema” si rivelano dopo le elezioni pronti, o almeno volenterosi, a far parte di un governo. In Italia è stato il caso della Lega, nei Paesi Bassi è accaduto con Geert Wilders e il sostegno esterno del suo Pw al governo di minoranza di Mark Rutte. Se escludiamo i risultati dei tre partiti “mainstream” in Francia, cioè i Socialisti di Hollande, l’Ump di Sarkozy, i centristi del MoDem di Bayrou e anche i Verdi di Eva Joly (convintamente europeisti), effettivamente al primo turno delle presidenziali del 2012 il 33% degli elettori ha votato per un candidato “non di sistema”. Questi voti sono andati principalmente a Marine Le Pen (del Front National, partito di estrema destra, che ha ottenuto il 17,9% delle preferenze) ed a Jean-Luc Melenchon (leader del Front de Gauche, 11,1%). Hanno raccolto tra lo 0,25% e l’1,79% gli altri 4 candidati rappresentanti di partiti anticapitalisti di estrema sinistra e antieuropeisti. Accettando la premessa che questi partiti siano “anti-governo”, allora Letta ha ragione. Sarebbe però forse più appropriato parlare esclusivamente di partiti “non di sistema”.
Per vedere i risultati nei due turni delle Presidenziali francesi del 2012: http://www.interieur.gouv.fr/sections/a_votre_service/resultats-elections/PR2012/FE.html