Beppe Grillo fa il passo più lungo della gamba, annunciando che il Paese più grande dell’America latina ha abolito il voto segreto per ogni assemblea legislativa nei diversi livelli di governo.



Il disegno di legge a cui si riferisce Grillo è il progetto di emendamento costituzionale (PEC) 349/01, che prevede l’abolizione del voto segreto per le deliberazioni nella Camera dei Deputati, nel Senato, nelle assemblee legislative, nella Camera Legislativa del Distretto Federale, e nei consigli municipali.



Se è vero che il parlamento brasiliano ha adottato il voto aperto il 3 settembre, un giorno prima della dichiarazione di Grillo, bisogna anche ricordare che il processo legislativo si conclude solo con l’approvazione del Senato. Il 23 ottobre la Commissione di Costituzione, Giustizia e Cittadinanza del Senato ha votato a favore del progetto; manca ora la seconda votazione. Per questo motivo, dire che “il voto segreto in Brasile è stato abolito” il 4 settembre – solo dopo la votazione del parlamento – risulta azzardato, e non ci resta che dare un “Nì” a Grillo.