Roberto Fico, esponente di spicco del M5S, attacca la riduzione delle pene per il reato di scambio elettorale politico-mafioso, che a suo dire sarebbe avvenuta nel testo finale approvato dal Senato. Andiamo a vedere come stanno le cose.



Fico fa riferimento alla recente legge n. 62 del 17 aprile 2014, che modifica l’articolo 416-ter del codice penale in materia di scambio elettorale politico-mafioso. Il testo approvato dispone che la pena per tale reato è la reclusione da quattro a dieci anni. E nella proposta iniziale?



Grazie a Open Polis possiamo ricostruire il percorso del dossier dal suo inizio. La proposta originaria, presentata alla Camera nel marzo 2013, prevedeva per questo tipo di reato la stessa pena prevista dall’articolo 416-bis, primo comma, che punisce chiunque faccia parte di un’associazione di tipo mafioso con il carcere da sette a dodici anni. Due mesi dopo, il M5S depositerà una proposta sostanzialmente identica. Passano altri due mesi, e la proposta viene approvata alla Camera, ma le pene sono ridotte da 7-12 anni a 4-10 anni. Da notare che il resoconto stenografico (pagine 58-60) riporta le dichiarazioni di voto del M5S, il quale, pur esprimendo rammarico per alcune modifiche al testo (tra cui l’abbassamento delle pene), vota a favore.



Il Senato, nel gennaio 2014, approva un testo che modifica la fattispecie di reato riportando le pene al livello inizialmente proposto, ma il 3 aprile la Camera riabbassa le pene, e due settimane dopo il Senato confermerà il testo uscito da Montecitorio.



Insomma, Fico sostiene correttamente che le pene per lo scambio elettorale politico-mafioso siano state abbassate da 7-12 anni a 4-10 anni. Tuttavia, è meno preciso quando incolpa il Senato – è stata la Camera, semmai, a spingere in questa direzione – e dimentica di dire che anche il M5S aveva votato a favore della prima modifica alla Camera che abbassava le pene. Complessivamente, “C’eri quasi”.