Grillo torna su uno dei suoi cavalli di battaglia, sostenendo che sarebbe possibile che un referendum per l’uscita dell’Italia dall’euro abbia luogo vista l’esistenza di un precedente.
Il referendum del 1989
Il 18 giugno 1989, in concomitanza con il rinnovo della componente italiana del Parlamento Europeo (Pe), si è svolto un referendum consultivo o di indirizzo con cui si chiedeva al corpo elettorale se fosse favorevole a trasformare le comunità europee in una unione a tutti gli effetti e ad affidare al Pe il compito di redigere un progetto di costituzione europea. Alla consultazione l’88% dei votanti si è espresso in modo favorevole.
E’ stata fatta una legge costituzionale ad hoc?
Quanto dice Grillo è vero: è stata la legge costituzionale n. 2 del 3 aprile 1989 a indire il referendum di indirizzo sul conferimento di un mandato costituente al Parlamento Europeo per il giorno delle elezioni del Pe. Il quesito era il seguente: “Ritenete voi che si debba procedere alla trasformazione delle Comunità europee in una effettiva Unione, dotata di un Governo responsabile di fronte al Parlamento, affidando allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di Costituzione europea da sottoporre direttamente alla ratifica degli organi competenti degli Stati membri della Comunità?”.
La nostra Costituzione prevede il referendum consultivo?
Il referendum consultivo di carattere nazionale non appartiene all’ordinamento costituzionale.Infatti la Costituzione prevede le seguenti ipotesi di referendum:
- abrogativo di leggi o di atti aventi forza di legge (previsti dall’articolo 75);
- costituzionale,su leggi costituzionali e di revisione costituzionale (previsto dall’articolo 138);
- territoriale, riguardante la fusione di regioni o la creazione di nuove regioni (previsto dall’articolo 132);
- regionale o locale, sullo statuto regionale e sulle leggi della regione (previsto dall’articolo 123).
Torniamo a quanto dice Grillo. La legge costituzionale ha limitato il proprio ambito di applicazione a quel singolo episodio referendario, non introducendo il referendum consultivo nel nostro ordinamento. Detto ciò, seppur abbia avuto luogo una sola volta, questo tipo di referendum resta in teoria possibile attraverso l’approvazione di una nuova legge costituzionale ad hoc per cui ricordiamo che è necessaria la doppia deliberazione in entrambi i rami del parlamento, e la maggioranza assoluta delle due Camere alla seconda votazione. Ricordiamo inoltre che l’esito è di semplice indirizzo, ossia non comporterebbe l’effettiva uscita dell’Italia dalla moneta unica.
Dunque, è vero che c’è stata una legge costituzionale ad hoc che ha permesso il referendum del 1989 e che il referendum rimane difficile nella pratica ma possibile attraverso una deroga alla Costituzione. Lontani dal voler dirimere l’acceso dibattito sul tema, non vediamo motivi per negare un “Vero” a Grillo!