I dati sul reddito minimo in Europa non sono aggiornatissimi, nonostante le richieste presentate da diversi enti quali l’EAPN, la rete europea contro la povertà. L’EAPN ha presentato nel marzo 2013 una proposta per la creazione di una direttiva dell’Unione Europea sul reddito minimo garantito al Comitato Economico e Sociale dell’Ue (per la proposta sui contenuti della direttiva, vedi slide 7).



Secondo un rapporto pubblicato dal Parlamento Europeo, risalente a gennaio 2011 e basato su uno studio prodotto dalla Rete Europea di Esperti Nazionali Indipendenti sull’Inclusione Sociale (Eu Network of National Independent Experts on Social Inclusion), i tre Paesi europei fanalino di coda per le politiche sul reddito minimo sono Italia, Grecia e Bulgaria (vedi pagina 21 del rapporto del Parlamento europeo).



Solo in Italia e Grecia però, non esiste alcun sistema nazionale di reddito minimo garantito, una “rete di sicurezza” per quelli che non hanno diritto a contributi di previdenza sociale. Nonostante in Italia, spiega lo studio, si possano trovare dei sistemi “innovativi” di reddito minimo a livello locale, un sistema nazionale consistente non esiste. Per quanto riguarda l’Ungheria, invece, i meccanismi di previdenza sociale, nel caso di reddito minimo, sono definiti come “semplici” e “restrittivi” relativamente alla loro copertura, tuttavia sono presenti.



Insomma, “C’eri quasi” per Civati.