Di reddito minimo garantito e di reddito di cittadinanza se ne è sentito parlare parecchio in queste elezioni e in questo lunghissimo periodo post-elettorale. Politici e giornalisti hanno ampiamente scritto sul tema e neanche il sindaco di Firenze si esime dal dare la sua opinione in proposito. Andiamo a vedere se si salverà dalla temuta panzana.
Come riportato da diverse testate, tra cui la Voce.info, il reddito minimo garantito (Rmg) e reddito di cittadinanza non possono essere in alcun modo considerati la stessa cosa. La principale differenza tra i due sono i criteri di accesso al programma. Il reddito minimo garantito prevede infatti “accertamenti su reddito e patrimonio di chi lo domanda”, mentre, al contrario, il reddito di cittadinanza “non è subordinato a un accertamento delle condizioni economiche e patrimoniali dell’individuo”. In altre parole, il reddito di cittadinanza è destinato indistintamente a tutti i cittadini, occupati o disoccupati, senza discriminazioni di reddito, laddove per richiedere il reddito minimo garantito sono necessari una serie di requisiti, tra cui, sempre più frequentemente, la disponibilità a lavorare (The role of minimum income for social inclusion in the EU 2007-2010, pag 6). Forse un po’ sbrigativa la frase di Renzi, “non lavori e ti do un sussidio”, ma certamente riprende correttamente l’idea che il reddito di cittadinanza è garantito ai cittadini a prescindere dalla loro condizione lavorativa o disposizione a lavorare.
Per quanto riguarda il contesto europeo ci viene in aiuto un’infografica de Linkiesta, che sintetizza le caratteristiche del reddito minimo garantito in tutta Europea, e la stessa Unione Europea, che riassume in uno studio sulle politiche di Rmg pubblicato a gennaio 2011, la situazione all’interno degli Stati membri. Come si vede dall’infografica (che, segnaliamo, è tratta da un interessante paper, “The different regimes of minimum income policies in the enlarged Europe” – Busilacchi, 2008), quasi tutte gli Stati dell’Europa a 27 prevedono già politiche di reddito minimo garantito. Ne sono escluse Italia, Grecia ed Ungheria,quest’ultima però ha, nel corso del periodo 2007-2010, iniziato a sviluppare un proprio schema (si veda pag. 6 del report dell’Ue per l’Ungheria e pag. 21 per Grecia e Italia).
La tabella qui di seguito mostra una panoramica riassuntiva di come questo strumento si presenta nei vari Paesi, in accordo con le due caratteristiche principali considerate nello studio proposto: la generosità del sussidio e la rigidità dei criteri di accesso. Segnaliamo, per chi volesse approfondire, i report realizzati dall’Ue nel 2009 sulle politiche di Rmg nei singoli Stati.
Ben preparato il sindaco di Firenze, che conosce le politiche sociali europee: l’Italia è quasi da sola e a farle compagnia trova solo la Grecia! “Vero”!