L’abolizione del reato di immigrazione clandestina è tema di accese discussioni in questi giorni. Con piglio deciso Beppe Grillo ha chiarito in un post il proprio distacco dall’emendamento proposto dai senatori M5S, Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, in Commissione Giustizia. Vediamo quindi come sono andate le cose e se è vero, come sostiene Grillo, che siamo in compagnia di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti nell’aver introdotto il reato di clandestinitá.



L’emendamento in questione si ispira in realtá ad un precedente emendamento (il n.1.0.1), riferito a sua volta al ddl S. 925, un disegno di legge proposto dagli on.li Enrico Costa (Pdl) e Donatella Ferranti (Pd) in materia di pene detentive non carcerarie e di sospensione del procedimento. Nell’emendamento “bis” i due senatori propongono di rimuovere l’immigrazione dall’elenco di materie per le quali non è possibile trasformare in illeciti amministrativi (quindi de-penalizzare) i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell’ammenda.



L’introduzione del reato di clandestinità in Italia è avvenuta con l’approvazione del pacchetto sicurezza nel 2009 (legge n. 94), sotto l’allora ministro degli Interni Maroni, e non con la Bossi-Fini, che risale al 2002. Il provvedimento era già stato oggetto di critiche sia per quanto concerne l’aspetto tecnico-giuridico (la norma non avrebbe fondamento giustificativo perché si sovrappone alla misura dell’espulsione e sarebbe quindi incostituzionale, poiché designa come reato quelle che sono condizioni personali) che per quanto riguarda le conseguenze in termini di costi e procedure per il sistema giuridico (come espresso anche da altri membri del M5S).



Per quanto si possa discutere su quali Paesi siano “più civili” dell’Italia, Grillo ha ragione nel sostenere che Francia, Stati Uniti e Regno Unito prevedono il reato di clandestinità.



In Francia, il reato di entrata illegale è regolato dall’articolo L 621- 2 del Code de l’entrée et du séjour des étrangers et du droit d’asile del 2004. La legge prevede un anno di reclusione e una sanzione pecuniaria di 3.750 euro per gli stranieri irregolari. Anche in Gran Bretagna l’immigrazione illegale può essere punita attraverso un procedimento penale (criminal proceeding). La pena prevista per entrata senza permesso (Entering without Leave – section 24 Immigration Act 1971) è pari ad un massimo di 6 mesi di prigione, oppure una multa. Gli Stati Uniti, infine, sono noti per i problemi legati all’immigrazione clandestina. Secondo quanto riportato dalla Sezione 1235 del US Code (Improper Enter by Alien), chi entra nel Paese illegalmente può finire in carcere per non più di sei mesi se è la prima volta che commette il reato; per non più di due anni nel caso sia recidivo.



“Vero” quindi per Grillo!