Il capogruppo M5S al Senato, Vito Crimi, si lancia in una dichiarazione dalla grammatica incerta ma sostanzialmente corretta.
Una volta eletti i presidenti dei due rami del parlamento, si procede all’elezione di quattro vice presidenti, otto segretari e tre questori. Quest’ultimi formano il cosiddetto Collegio dei questori, le cui funzioni sono disciplinate dai regolamenti delle rispettive Camere. Secondo il Regolamento della Camera dei deputati, i questori “sovrintendono alle spese della Camera e predispongono il progetto di bilancio e il conto consuntivo”, oltre a curare il buon andamento dell’amministrazione della Camera e sovrintendere al cerimoniale e al mantenimento dell’ordine (art. 10). Il Regolamento del Senato aggiunge che i questori provvedono “alla gestione dei fondi a disposizione del Senato” e sovrintendono anche alla polizia dello stesso (art. 10). Insomma, il ruolo ideale per chi si propone di rendicontare anche le caramelle.
E gli appalti? Qui Crimi è leggermente impreciso. Per la fornitura dei beni o servizi più vari – possono essere le agende, come i software o i servizi di pulizia – il parlamento indice dei bandi di gara aperti alle aziende, che vengono assegnati secondo il criterio del prezzo più basso o dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Chi decide sulle gare? Secondo il Regolamento di Amministrazione e Contabilità della Camera viene stabilita una commissione giudicatrice di 3 o 5 commissari. La commissione – e qui sta il punto – è nominata dal Collegio dei questori, su proposta del Segretario Generale (art. 44. Il Regolamento analogo del Senato prevede lo stesso all’art. 49). E’ quindi chiaro che i questori svolgono un ruolo importante nella procedura di assegnazione degli appalti, ma non sono loro a decidere direttamente sull’esito della gara, come sembra dire Crimi: questo spetta alla commissione giudicatrice.
L’imprecisione costa a Crimi il massimo dei voti, dovrà accontentarsi di un “C’eri quasi” di incoraggiamento!