In una lunga intervista al Corriere della Sera, Matteo Renzi ricorda che i dati economici sono negativi non solo in Italia ma nel resto d’Europa. Possiamo però vedere come questa magra consolazione sia vera solo a metà.
I dati Eurostat più recenti sulla produzione industriale si fermano a maggio 2014. Questi dati (indicizzati al 2010, ovvero calcolando il valore odierno fatto 100 il valore del 2010) mostrano effettivamente un calo della produzione industriale in Italia, in Germania e nell’insieme dell’Ue da aprile a maggio. Ma ciò non basta per dare “Vero” alla dichiarazione del premier.
Non basta perché Renzi sostiene che la produzione industriale sia calata in quasi tutta Europa, quando 9 Paesi su 28 hanno visto la produzione industriale aumentare sia rispetto al mese precedente sia rispetto a 12 mesi prima. Sono inoltre solo 6 i Paesi (inclusi l’Italia) ad aver visto la produzione industriale calare sia rispetto ad aprile 2014 che rispetto a giugno 2013. Infine, in oltre la metà dei Paesi dell’Ue l’indice di produzione industriale è a livelli superiori al livello 2010 (quindi sopra al 2010). Come si può vedere nel grafico sopra, infatti, sia la Germania sia l’Unione europea rimangono complessivamente al di sopra dei livelli 2010 (106,8 e 100,9 rispettivamente) mentre l’Italia è ben al di sotto (90,8). Nella mappa sotto questa divergenza appare ancora più evidente.
Renzi ha ragione se circoscriviamo di molto le sue parole: rispetto ad aprile 2014 la produzione industriale è calata in Italia, Germania e 13 altri Paesi dell’Ue. Ma già allargando l’orizzonte per vedere l’andamento rispetto all’anno scorso o al 2010 la situazione italiana diventa molto più preoccupante e meno in linea con la media europea: “Nì”.