A margine di un comizio elettorale, il sindaco di Torino Piero Fassino individua le ragioni che, a suo dire, spingerebbero i cittadini a sostenere il Partito Democratico. Fra queste, annovera anche l’attaccamento al territorio che il partito vanterebbe, grazie all’alto numero di amministrazioni comunali governate. Non ci siamo lasciati sfuggire questa dichiarazione del primo cittadino!


Il riferimento più prezioso è fornito da comuniverso.it: si tratta di un motore di ricerca dei comuni italiani, ideato e gestito da Ancitel che, a sua volta, è la principale società dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani).


Tra i vari servizi offerti, il sito contiene anche un elenco dei primi cittadini italiani e un suddivisione di questi secondo diversi criteri, tra cui il sesso, l’età e, quello che a noi più interessa ora, il colore politico. Ebbene, la situazione riportata, aggiornata al 2013, è quella che segue:






































Sindaci eletti in una lista di



Numero



Centro



55



Centro destra



732



Centro sinistra



656



Sinistra



9



Lista autonomista



102



Lista civica



6.304



Lista indipendente (compreso M5S)



12



Non abbiamo la fortuna di avere ulteriori fonti in grado di arricchire la nostra ricerca: altri centri specializzati, pur validi e aggiornati (tra cui, Cittalia), non dispongono di classificazioni come quella che andiamo cercando.


Ma la tabella qui sopra permette di evidenziare una serie di elementi utili al caso nostro.


Il sindaco di Torino, anzitutto, fa espresso riferimento al Partito Democratico. Ora, l’assoluta maggioranza dei sindaci italiani (ben 6.304!) è stata eletta nelle liste civiche, non sotto il simbolo di uno dei partiti che guidano la scena nazionale (siano essi il Pd, il Pdl o il M5S). Pertanto non si può certo dire che sia il Pd ad annoverare nelle proprie file la maggior parte dei primi cittadini.


Che Fassino si sia sbagliato e abbia, in realtà, voluto fare riferimento nella sua dichiarazione alla coalizione di centrosinistra?


Del resto, è pur vero che ciascuna lista civica rispecchia frequentemente un determinato orientamento: il dato è immediatamente intuibile se ciascuno guarda alla composizione della Giunta comunale che regge la città in cui vive. Ma anche questa ipotesi pare una forzatura: non è rintraccabile in alcuna della banche dati pubblicamente disponibili una classificazione del colore politico prevalente in tutte le più di 8.000 Giunte comunali italiane. Viene, quindi, spontaneo chiedersi come Fassino sia arrivato a una simile conclusione!


Forse il sindaco di Torino potrà prossimamente smentirci fornendoci i dati di cui si è servito per la sua dichiarazione? Per ora c’è aria di: “Pinocchio andante”!