Tra i vari dati snocciolati a Bruno Vespa, Grillo spiega come il suo movimento abbia raccolto il malcontento generale incanalandolo in qualcosa di diverso dai risvolti violenti che si sono visti in altri Stati. A riprova del ruolo “pacificatore” del M5S, Grillo cita i movimenti estremisti cresciuti in Ungheria, Grecia, Francia e Finlandia. Vediamoli uno a uno.
In Ungheria il movimento di estrema destra Jobbik Magyarországért Mozgalom ha ottenuto alle elezioni dello scorso 6 aprile il 20.4%, in aumento rispetto al 17% del 2010.
Alba Dorata, partito greco di formazione neonazista e neofascista, è entrata per la prima volta in parlamento nel 2012 con quasi il 7% dei voti e 18 seggi. Al primo turno delle elezioni locali, il candidato Ilias Kasidiaris ha ottenuto ad Atene il 16% dei voti. Per quanto riguarda le europee, il sito PollWatch2014 (dove possiamo vedere i sondaggi in vista delle elezioni del 25 maggio) li dà all’8% (in questo caso otterrebbero quindi 2 seggi).
In Francia, il movimento di Marine Le Pen è di certo diverso dagli altri citati da Grillo, sebbene ne condivida la spinta antieuropea e un forte sentimento nazionalista e di rifiuto dell’immigrazione. PollWatch2014 dà Front National al 23%, con 23 probabili seggi nel Parlamento Europeo. Va anche aggiunto che, visto che Grillo parla al maschile, il movimento è ora capitanato da Marine Le Pen, figlia di Jean Marine Le Pen.
Infine in Finlandia il National Socialist Party, che fa uso di simboli nazisti e si proclama contro l’immigrazione soprattutto di “non bianchi”; ha iniziato il suo processo di registrazione nel 2011 ma senza successo. Forse Grillo fa riferimento al partito nazionalista True Finns, che ha visto un crescere di consensi e i cui membri hanno in qualche caso mostrato tendenze filonaziste (venendo però in seguito espulsi dal partito stesso).
Complessivamente, quindi, è forse leggermente esagerato il messaggio di Grillo (in parte riassunto anche dai dati presenti nel box di questo articolo) ma sostanzialmente corretto.