Grillo ritorna su uno dei cavalli di battaglia che ha reso molto popolare il M5S, ossia la riduzione dei costi della politica e, in particolare, l’intenzione di rinunciare ai rimborsi elettorali del MoVimento, invitando gli altri partiti a fare lo stesso. Vediamo se l’affermazione è accurata.



Per quanto riguarda la rinuncia ai contributi, occorre specificare che non avendo uno statuto democratico, il M5S non è titolato a ricevere i fondi, in base alla legge 6 luglio 2012, n. 96. Sebbene esista, infatti, oltre al “non-statuto”, un vero e proprio statuto, esso non è esattamente democratico. Come riporta il Post, che ha pubblicato la notizia della sua esistenza (dal 18 dicembre 2012) lo scorso 12 marzo, lo statuto specifica che “spettano quindi al signor Giuseppe Grillo, titolarità, gestione e tutela del contrassegno; titolarità e gestione della pagina del blog”. Certo, la decisione di non armarsi di uno statuto democratico può essere considerata in sè una rinuncia ad avere i rimborsi, anche se è difficile stabilire se si possa rinunciare a qualcosa a cui non si ha diritto senza entrare in un dibattito filosofico. Al di là delle disquisizioni, teniamo conto, per gli scopi di questa analisi, del semplice fatto che il M5S non riceverà i rimborsi.



Riguardo, invece, ai numeri citati, secondo una anagrafica preparata dal Corriere della Sera, al Pd spetterebbero 45,8 milioni di euro, non 48 come citato da Grillo. Si tratta comunque della quota più rilevante, anche se non di molto superiore a quella che spetterebbe al partito di Grillo (42,7 milioni). Preciso il dato sui rimborsi del Pdl. “C’eri quasi”per il leader pentastellato!