Laura Boldrini torna su uno dei suoi cavalli di battaglia, e sostanzialmente gioca in casa con una dichiarazione sui rifugiati politici (per chi non lo sapesse, la nostra presidente della Camera è stata per anni a capo della sezione italiana dell’Unhcr – Alto Commissariato per i Rifugiati Politici).



Iniziamo con il citare la nostra Costituzione: l’articolo 10 (comma 3°) dice che: Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.



Asseriamo inoltre che i cosiddetti “Principi fondamentali” della nostra Carta Costituzionale vanno dall’articolo 1 all’articolo 12, facendo rientrare la norma in questione in questo gruppo ristretto di articoli. Volendo essere puntigliosi, il diritto in questione non trova protezione automatica, in quanto il suo riconoscimento è subordinato alla constatazione che nel Paese d’origine del migrante non venivano garantite le libertà democratiche sancite dalla nostra Costituzione.



Per quanto riguarda la Convenzione di Ginevra, stiamo parlando di una Convenzione Onu adottata dalla stragrande maggioranza degli Stati membri. L’articolo 1 definisce cosa si intende per rifugiato, ossia “colui che, temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese”.



L’Italia è firmataria sia della Convenzione sia del successivo Protocollo del 1967.



Laura Boldrini, insomma, è promossa con un “Vero” al fact-checking di Pagella Politica.