Di tanto in tanto il ministro pone l’accento sulla riduzione del numero di detenuti nei nostri penitenziari registrata negli ultimi anni. Partiamo dalla prima informazione, cercando di dare un peso all’avverbio “incontrovertibilmente” usato da Orlando.



Con la sentenza Torreggiani,la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva ingiunto allo Stato italiano di introdurre entro un anno “un ricorso o un insieme di ricorsi interni idonei ad offrire un ristoro adeguato e sufficiente per i casi di sovraffollamento carcerario, in conformità ai principi stabiliti dalla giurisprudenza della Corte“. La sentenza è dell’otto gennaio 2013, è divenuta però definitiva il 27 maggio quando la Grande Camera ha deciso di rigettare l’istanza presentata dal governo italiano per il riesame.



Come sempre quando si parla della situazione delle carceri, andiamo a guardare i dati pubblicati su sito del Ministero della Giustizia. Ad aprile 2014 i detenuti presenti nelle carceri italiane sono 59.683; i dati pubblicati immediatamente precedenti alla sentenza (dicembre 2012) mostrano che i detenuti presenti nei penitenziari italiani erano 65.701 mentre i dati più vicini alla data in cui la sentenza è diventata definitiva, aprile 2013, dicono che i detenuti erano 65.917. Dunque, si registra una diminuzione del numero di detenuti di circa sei mila unità.



Andiamo ora a vedere quanti erano i detenuti presenti nel 2010 in tre punti diversi dell’anno: A dicembre le carceri ospitavano 67.961 detenuti mentre a giugno dello stesso anno erano 68.258 e a febbraio erano 66.692.



Registriamo che tale riduzione è stata molto più intensa dal momento della sentenza Torreggiani. Nonostante il ministro compia un arrotondamento – riduzione di circa 9 mila e detenuti pari a quasi 69 mila se consideriamo i dati di giugno 2010 – la nostra sentenza è “Vero”!