Le tensioni del quartiere periferico romano di Tor Sapienza, generate a quanto pare dalla presenza di una quarantina di rifugiati politici, sono un ricordo molto fresco e spingono numerosi politici a parlare con insistenza di immigrazione e sbarchi. Inevitabilmente, quando si parla di immigrazione, si parla di Libia. C’è infatti un filo diretto che collega la caduta di Gheddafi ed il conseguente caos libico agli stradoni della periferia est di Roma, ed è il semplice fatto che, svanito lo Stato libico e scomparso ogni genere di controllo, il flusso di migranti dall’Africa Sub-sahariana è libero di riversarsi sulle coste dello Stivale.



La Libia, imbuto di disperati



Del disfacimento dello Stato in Libia abbiamo già parlato in una precedente analisi di una dichiarazione di Gentiloni, neo ministro degli esteri. Già all’interno di quell’analisi, riportando i dati Ismu, abbiamo specificato come gli sbarcati provenienti dalla Libia fossero stati, nel corso del 2014, tra i 130 e i 140 mila individui, cioè l’86% del totale.



Non tocca adesso far altro che analizzare la percentuale degli sbarchi, ovvero la provenienza dei barconi che ogni settimana scaricano nuovi disperati sulle spiagge d’Italia. Tornano nuovamente utili gli ultimi dati Ismu per il 2014, aggiornati a settembre, che rivelano il seguente grafico:






Dalla Libia provenivano nel 2014 ben 607 su 787 barconi, ovvero il 77% del totale. Un dato che sembra un po’ distante dal 97% citato dal Presidente del Consiglio, che non si riscontra neanche negli anni precedenti (79% nel 2013 – dato che sembra però incompleto, 17% nel 2012 – quando la maggior parte degli sbarchi proveniva dalla Tunisia, e 13% nel 2011).



Renzi ha però ragione sul concetto (dalla Libia proviene la maggior parte dei barconi perché la Libia è ingovernabile, e probabilmente si riferiva al numero degli individui sbarcati piuttosto che dei singoli sbarchi). “C’eri Quasi”.



PS. In seguito al suggerimento di un lettore abbiamo proceduto a modificare il verdetto finale. Riteniamo che il suo ragionamento sia più sensato rispetto a quello utilizzato da noi inizialmente.