Intervistato sui temi dell’integrazione tra italiani e stranieri, Giorgio Ambrosoli, candidato del centrosinistra alla Regione Lombardia, sostiene che quello dell’immigrazione sia in realtà un falso problema, e per corrobare la sua tesi ricorda come in Lombardia ben il 23% del Pil regionale sia generato dal lavoro degli immigrati. Ambrosoli ha citato dei numeri corretti? Stando alle nostre ricerche, decisamente no.


Come è infatti possibile verificare dagli ultimi dati disponibili – riferiti all’anno 2010 e raccolti nel Rapporto Unioncamere 2012 (capitolo 6) – il valore aggiunto derivante dall’attività degli occupati stranieri in Lombardia equivaleva a 41 miliardi e 437 milioni di euro, pari al 24,7% del Pil nazionale prodotto da lavoratori stranieri e al 14,1% del Pil regionale tout-court (capitolo 6, pag 4).



Se facciamo invece riferimento al valore prodotto dalle imprese condotte da stranieri – come riportato in una ricerca della Fondazione Leone Moressa, condotta su dati 2009 e pubblicata nel 2012 – i numeri cambiano leggermente, ma la sostanza resta la medesima. In Lombardia, nel 2009, esse hanno prodotto un valore aggiunto di 18 miliardi e 277 milioni di euro, pari al 6.4% del Pil lombardo e al 24,1% del valore aggiunto totale prodotto a livello nazionale dalle imprese a conduzione straniera. Cifre certamente notevoli, quindi, ma purtroppo parecchio lontane dal 23% citato da Ambrosoli per la sola Lombardia.


                                       


Forse Ambrosoli ha fatto confusione con la stima elaborata nel 2012 dal Dossier Statistico Immigrazione di Caritas e Associazione Migrantes, in cui viene riportata la presenza degli immigrati in Lombardia, stimata, a fine 2011, in 1.178.000 unità, pari proprio al 23,5% del totale nazionale (confermando tra l’altro il primato di tale Regione all’interno del contesto italiano). L’eventualità non può però salvarlo dal meritarsi un simpatico “Pinocchio andante”.