Tante cose si possono dire di Berlusconi, tranne che non conosca la storia francese. Con questa dichiarazione l’ex Premier presenta la sua posizione a favore di un sistema presidenziale in Italia, consigliando di prendere esempio dei nostri cugini transalpini.
Andiamo con ordine: qui i dati da verificare sono tre: 1) l’attentato a De Gaulle; 2) un discorso del 20 settembre ’62 in cui il politico francese afferma il bisogno di un referendum popolare che si pronunci sull’elezione diretta del Presidente della Repubblica e 3) se effettivamente 13 milioni di francesi su 21 hanno risposto “Sì” a quel referendum.
Il 22 agosto del 1962, a Clamart De Gaulle fu oggetto di un attentato da cui ne uscì illeso, organizzato dall’Oas (nota organizzazione clandestina francese in Algeria che lottava contro l’indipendenza del Paese).
Il 20 settembre del 1962 De Gaulle, in diretta televisiva, presentò il suo progetto di riforma costituzionale, introducendo l’elezione a suffragio universale del Presidente della Repubblica. Fra i punti del suo discorso vi era la necessità di dare voce al popolo, questione di importanza capitale:
“Par quelle voie, sur ce sujet qui touche tous les Français, par quelle voie convient-il que le pays exprime sa décision ?Je réponds : par la plus démocratique, par la voie de référendum” – qual è lo strumento più appropriato a disposizione del popolo francese per esprimersi su questa decisione importantissima? Semplicemente quello più democratico a disposizione: il referendum.
Il referendum in questione si tenne da lì a poco, il 28 ottobre 1962. La domanda era semplice: siete d’accordo con la proposta del Presidente della Repubblica relativa all’elezione della suddetta carica a suffragio universale?
Proprio come dice Berlusconi, 21 milioni di persone presero parte al voto (per la precisione 21.125.054), di cui 13.150.516 si espressero favorevolmente.
Tirando le somme, anche se il discorso di De Gaulle ebbe luogo non esattamente un mese dopo l’attentato – come sostiene Berlusconi – l’ex Cavaliere si merita una promozione a pieni voti in Storia della Repubblica francese: “Vero”!