La riforma costituzionale sta continuando il suo lunghissimo iter parlamentare, che prevede – da Costituzione – la doppia approvazione di Camera e Senato. Ad oggi l’atto è in discussione alla Camera, dopo aver ottenuto la prima approvazione a Palazzo Madama.
Di che parla Di Battista?
L’emendamento in questione è stato presentato da Danilo Toninelli (deputato del Movimento 5 Stelle), sia in Commissione che in Aula. Il testo, proposto varie volte da Toninelli, recita così:
«Entrambe le Camere sono elette a suffragio universale e diretto, con sistema proporzionale.
Il numero dei senatori è centocinquanta e il numero dei deputati trecentoquindici».
Si tratterebbe di un vero e proprio dimezzamento del numero dei parlamentari, che passerebbero in questo modo da 630 deputati a 315, e da 315 senatori a 150.
Com’è andata?
Purtroppo per il Movimento 5 Stelle, e soprattutto per Toninelli, la proposta è stata bocciata in Aula il 12 gennaio con il seguente risultato: 140 a favore, 327 contrari e 4 astenuti. Un esito abbastanza schiacciante, considerando che sarebbero bastati 234 voti per approvarne il testo.
E il Pd?
Il partito di Matteo Renzi si è comportato in maniera piuttosto chiara. Dal dettaglio della votazione è evidente che la maggioranza dei democratici abbia votato contro. Tra questi, Roberto Speranza, capogruppo alla Camera, ed Emanuele Fiano capogruppo in Commissione Affari Costituzionali.
Verdetto
Tutto giusto per Alessandro Di Battista, che porta a casa il “Vero” di Pagella Politica.