La questione della discarica di Corcolle è salita agli onori della cronaca lo scorso maggio, quando lo studio di Giuseppe Pecoraro, prefetto di Roma e commissario straordinario all’emergenza rifiuti nella capitale, è stato approvato da Palazzo Chigi. La cava di Corcolle era stata prescelta quale alternativa all’oramai satura discarica di Malagrotta per risolvere la questione dei rifiuti della capitale. Secondo questo studio, a cui hanno contribuito l’Arpa e il Dipartimento di ingegneria ambientale dell’Università Tor Vergata, Corcolle rappresentava l’unico caso, in una rosa di siti “problematici”, a conservare la qualifica di “idoneo” dopo diversi monitoraggi condotti nell’arco di 6 mesi. Tale decisione aveva però sollevato un coro di critiche da parte di numerose associazioni ambientaliste che, supportate da diversi intellettuali, temevano il possibile impatto della discarica sulla vicina Villa Adriana, patrimonio Unesco dal 1999.


Renata Polverini dice il vero quando afferma che “la distanza di sicurezza c’era”. In una lettera indirizzata al senatore Carlo Giovanardi, Giovanni Puglisi Presidente della Commissione Nazionale dell’Unesco, spiega che “la protezione dell’Unesco si estende all’area perimetrale rigorosamente delimitata dall’Agenzia delle Nazioni Unite al momento dell’iscrizione nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità, nonchè nell’area circostante, definita in gergo unescano buffer zone, ovvero zona di rispetto, proprio a protezione della prima”.  In un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera, lo stesso Puglisi, riconosce che la cava individuata dista 700 metri dalla zona di rispetto definita dall’Unesco e che “la questione di Corcolle è finita sul tavolo dell’ Unesco perché abbiamo ricevuto una lettera dalle nostra sede di Parigi a cui ne era arrivata una che sollevava la questione, inviata dalla Federazione dei Verdi”.


Decisamente meno aderente alla realtà dei fatti è invece la seconda parte della dichiarazione in esame. Puglisi ha infatti espresso forte preoccupazione e profondo rammarico “per le conseguenze che l’apertura della discarica potra’ avere sull’immagine dell’Italia nel consesso internazionale, solo pochi mesi dopo i tragici crolli di Pompei. Come Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e’ mio dovere associarmi agli accorati appelli rivolti dalla societa’ civile italiana e dalla stampa internazionale alle massime autorita’ dello Stato, nell’auspicio che Villa Adriana e le aree archeologiche circostanti, meta ogni giorno di centinaia di turisti, in gran parte studenti provenienti dalle scuole di tutta Italia che qui acquisiscono consapevolezza del valore del proprio patrimonio culturale, siano tutelate in ogni modo dalle amministrazioni competenti”. E a scanso di ogni equivoco, il presidente ha espresso chiaramente la sua posizione in quest’intervista in cui suggerisce alla povera Renata di farsi “portare un po’ di carte” e chiedere aiuto al suo consigliere diplomatico per comprendere che le cose stanno diversamente da quanto affermato. 


Ci avviciniamo a Natale e anche Pagella Politica si sente più buona: riconoscendo la veridicità della prima parte della dichiarazione risparmiamo a Renata Polverini la Panzana, ma non possiamo che classificare questa dichiarazione come “Pinocchio andante”!