Il ministro Orlando mostra i risultati preliminari dell’indagine “Lavori ingiusti”, commissionata dal Ministero della Giustizia e condotta da Save the Children. Lo studio ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza sul lavoro minorile, focalizzandosi sulle esperienze di vita dei minori presi in carico dalla giustizia minorile.



Nell’indagine campionaria sono stati coinvolti 733 ragazzi e ragazze dai 14 anni di età fino a quelli poco più che maggiorenni. La rilevazione ha comunque riguardato le loro esperienze di lavoro da prima degli 11 anni fino ai 16. In base a questa indagine, i giovani del circuito della giustizia minorile che hanno alle spalle esperienze di lavoro precoci sono il 66%. Più del 60% degli intervistati ha svolto attività di lavoro precoce tra i 14 e i 15 anni, più del 40% ha avuto esperienze lavorative al di sotto dei 13 anni e circa l’11% prima degli 11 anni (pag. 6).



Il 73% di questi è rappresentato da italiani e il restante da ragazzi di origine straniera. Il rapporto indica anche le motivazioni che spingono i minori a lavorare: oltre la metà (il 66%) ha sostenuto di averlo fatto per far fronte alle proprie spese personali, mentre poco più del 40% ha affermato di avere lavorato anche per aiutare la propria famiglia. I principali settori in cui i minori intervistati hanno svolto attività lavorativa precoce sono: ristorazione, vendita, edilizia, agricoltura e allevamento, meccanica (pag. 9).



Quali sono i numeri del lavoro minorile fuori dal circuito della giustizia? Purtroppo il fenomeno del lavoro minorile non è monitorato a livello istituzionale ma lo stesso rapporto “Lavori ingiusti” (pag. 3) riporta i risultati della ricerca condotta nel 2013 da Save the Children e dalla Fondazione Bruno Trentin, intitolata “Game over” (la versione disponibile online riporta solo i dati preliminari). La ricerca ha quantificato che i minori tra i 7 e i 15 anni coinvolti in una qualche forma di attività lavorativa siano stimabili al 7%, molto diversa da quella dell’indagine “Lavori ingiusti”.



Prima di concludere, notiamo che le fasce di età considerate nel rapporto “Game over” (7-15 anni) sono molto diverse da quelle di “Lavori ingiusti”. Seppur con un leggero arrotondamento sul lavoro minorile nel circuito della giustizia, il ministro non sbaglia i numeri, almeno quelli riportati nei rapporti considerati, “Vero” per lui!