Come risulta dalla sezione del sito del governo, in cui sono elencati i componenti di tutti i governi della Repubblica, la presenze di donne nei governi è stata più che marginale nella prima Repubblica. Basti pensare che solo nel 1976 è stato nominato, per la prima volta, un ministro donna (Tina Anselmi nel III governo Andreotti).
Il governo Berlusconi IV, in carica dal maggio 2008 al novembre 2011, annoverava 6 ministri donna su 27 ministri totali (nominati ad inizio legislatura o nominati ministro mentre il governo era in carica). Altri tre governi hanno avuto, in termini assoluti, lo stesso numero di donne ministro: il primo e secondo governo D’Alema e il governo Prodi II. Se però consideriamo questo numero rispetto al numero totale di ministri è il secondo governo D’Alema ad avere il primato dato che i ministri di sesso femminile erano ugualmente 6, ma su un totale di 26 ministri.
Se includiamo tutti i componenti del governo (ministri, vice-ministri e sottosegretari ne sono a tutti gli effetti considerati membri), il governo Berlusconi IV contava 15 donne su un totale di 83 membri (pari al 18.1%), mentre il primo governo D’Alema era costituito da 16 donne su 88 membri (pari al 18.2%).
Dunque, anche se il governo Berlusconi condivide con altri tre governi il primato per il numero di donne ministro in valore assoluto, non risulta avere, seppur di pochissimo, il primato quando questa cifra viene ponderata rispetto al numero totale di ministri. Si riscontra inoltre una minuscola differenza quando consideriamo la percentuale di donne sul totale dei componenti del governo: il primo governo guidato da D’Alema supera l’ultimo governo Berlusconi di un decimo. Per quanto esigui, i numeri non ci consentono di dare al leader del Pdl il voto massimo. “C’eri quasi”!