Lo scorso 16 marzo, il Senato ha eletto il suo nuovo presidente. L’esito delle votazioni è noto: al quarto scrutinio il senatore del Partito Democratico, Pietro Grasso, ha avuto la meglio sul diretto concorrente, Renato Schifani, con il risultato di 137 voti contro 117, diventando così la seconda carica dello Stato.


Non è certo il risultato che si augurava lo schieramento dei senatori di centrodestra e, in particolare, Angelino Alfano. Tuttavia, ospite il giorno successivo del programma “In ½ h” di Lucia Annunziata, il Segretario del Pdl non rinuncia a riconoscere a Grasso una qualità, ossia l’onestà intellettuale di cui l’ex magistrato avrebbe dato prova durante il suo precedente incarico di procuratore nazionale antimafia. In particolare, Alfano fa riferimento a giudizi positivi che Grasso avrebbe espresso nei confronti degli strumenti legislativi predisposti dal precedente governo Berlusconi per la lotta contro la criminalità organizzata.


Se si fa una piccola ricerca non è difficile ritrovare la dichiarazione pronunciata da Grasso cui, con tutta probabilità, si è riferito Alfano: si tratta di quella rilasciata al programma radiofonico “La Zanzara” andato in onda su Radio 24 il 12 maggio 2012 (l’audio è disponibile qui). In quella circostanza, il magistrato aveva, tra le altre cose, riconosciuto l’efficacia dell’azione del governo di centrodestra contro le mafie, applaudendo l’introduzione di “leggi che ci hanno consentito di sequestrare in tre anni moltissimi beni ai mafiosi”, al punto da giungere alla soglia di “quaranta miliardi di euro” (per la precisione: come abbiamo ricavato ascoltando l’intervento per intero e individuandone un altro in cui l’ex magistrato precisa lo stesso concetto, pare che Grasso intendesse sottolineare la valenza della legge n. 125/2008).


A ben vedere, si trattò di un’osservazione passata tutt’altro che inosservata. Non mancarono, infatti, molteplici reazioni alle parole di Grasso, sia di plauso che di disaccordo, provenienti da ogni parte (alcune delle quali a breve distanza di tempo, altre ritornate anche nella recentissima campagna elettorale).


Dunque, pare corretto affermare che l’ex procuratore antimafia – parallelamente alla riserva espressa rispetto ad alcune riforme predisposte dal precedente governo di centrodestra in materia giudiziaria (si veda, ad esempio, qui) – non ha fatto mancare giudizi positivi sull’operato del governo di centrodestra.


Un “Vero” per Angelino Alfano!