A riprova del fatto che la Panzana – soprattutto in campagna elettorale – è bipartisan, dopo la cantonata di Berlusconi sulla natura regressiva del bonus “80 euro”, ecco che anche il Premier scivola sul tanto discusso bonus.



Con il decreto legge 66 del 24 aprile 2014 il governo ha effettivamente messo in atto la promessa di Matteo Renzi di “restituire” 80 euro al mese ad ogni lavoratore dipendente che guadagna sotto i 24.000 euro – che in totale fa 640 euro su tutto l’anno (la misura è operativa da maggio fino a dicembre). E’ sul “per sempre” che Renzi sembra non avere appigli, come si può evincere anche dall’impacciata risposta che il Premier dà a Bruno Vespa, che glielo fa notare.



Come si legge nell’articolo 1, comma 3 del decreto: Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano per il solo periodo d’imposta 2014″. Aggiungiamo che lo stesso decreto apre con la promessa di rendere questa misura permanente a partire dal 2015 (“In attesa dell’intervento normativo strutturale da attuare con la legge di stabilità per l’anno 2015″), il che non toglie, rebus sic stantibus, che la misura è legge solo per l’anno in corso.



Non abbiamo né i mezzi né l’intenzione di valutare se il governo confermerà questo bonus per il 2015, ma dalla nostra lettura del decreto (confermata, tra gli altri, dagli economisti de La Voce e noiseFromAmeriKa) gli 80 euro – allo stato attuale – non sono “per sempre”. “Pinocchio andante” per Renzi.