Salvini, saldamente alleato con Toti in Liguria, batte su uno dei temi più importanti per le campagne elettorali regionali – il settore della sanità; un’emigrazione così massiccia di residenti liguri, effettivamente, potrebbe essere il segnale di qualcosa che non va. Vediamo se ha ragione:
I numeri assoluti
Cominciamo guardando l’ultimo rapporto sulle attività di ricovero ospedaliero, pubblicato dal Ministero della Salute nel luglio del 2014 (dati 2013). A partire da pagina 234 (troverete una serie di tabelle per la tipologia di ricovero) possiamo osservare il fenomeno della “mobilità sanitaria” interregionale, ovvero la propensione dei residenti di una certa regione di andare a farsi ricoverare da altre parti in Italia (abbiamo raccolto qui i dati per renderli più consultabili). Effettivamente, a giudicare da quel che dice il Ministero, Salvini sembra aver ragione. Nel 2013 (non l’anno scorso) i “migranti” liguri della sanità erano circa 37 mila, un dato molto vicino a quello che ha dato il leader della Lega Nord.
Il confronto con le altre regioni
Per un facile confronto con le altre regioni basta consultare il rapporto Istat “Noi Italia”, che utilizza i dati del Ministero per costruire un “indice di emigrazione e immigrazione ospedaliera” (percentuale di dimissioni effettuate fuori dalla propria regione di residenza).
Il fenomeno, tra l’altro, è andato aumentando molto rapidamente. Basta vedere questo confronto tra le prime quattro regioni per emigrazione ospedaliera. La Liguria è infatti una delle regioni che ha visto l’aumento più rapido e ingente del tasso di emigrazione ospedaliera.
Il verdetto
C’è poco da aggiungere: Salvini individua il problema e si avvicina al numero effettivo, sbagliandolo però di qualche migliaio e sbagliando l’anno di riferimento. Complessivamente, però, non gli si può dare torto. “C’eri Quasi”