La dichiarazione è vera.



Il 10 ottobre Scorso il governo presenta alla Camera quattro questioni di fiducia sul Disegno di Legge Delega per la revisione del Sistema fiscale. L’11 ottobre il governo incassa i primi tre voti favorevoli. Se le prime due sessioni di voto si svolgono nella più assoluta tranquillità, è la terza a provocare sussulti alla maggioranza parlamentare.



Il parlamento si accinge a votare sul ripristino delle norme sull’accorpamento delle agenzie fiscali, provvedimento su cui si è già espressa in maniera contraria la Commissione Finanza. Il presidente della Commissione, Gianfranco Conte, ha infatti annunciato, subito dopo la decisone del Governo di porre la fiducia, che non si presenterà al voto. Secondo i dati diffusi dalla RAI, la terza fiducia al governo è infatti votata solo da 324 deputati su 630. Non partecipano al voto 97 deputati del Pdl (il 46,4% del gruppo) e 15 deputati Fli (il 60% del gruppo). 22 le assenze nel Pd (10,7% del gruppo) e otto nell’Udc (21% del gruppo).



Il via libera al disegno di legge, prima di passare al Senato, viene infine incassato con 356 voti favorevoli, 60 contrari e 9 astenuti.



I dati delle votazioni sulle questioni di fiducia presentate dal Governo Monti durante i primi undici mesi di vita danno quindi ragione a Bersani. Il 18 Novembre 2011 il governo aveva infatti ottenuto la prima fiducia con 556 voti favorevoli, ripetendo l’impresa il 16 dicembre (fiducia sulla Manovra economica) ottenendo una maggioranza di 495 voti. Siamo ben lontani da quelle cifre.



Il Pd sembra quindi essersi rivelato essenziale nei recenti voti di fiducia al governo: “Vero” per Bersani.