Pippo Civati accusa il governo di “frettolosa arroganza” perché si comporta “come gli insicuri, che non vogliono mai ascoltare nessuno, ma hanno sempre bisogno di chiedere un’attestazione di fiducia”. Tale attacco lo accomuna non solo al compagno di partito Bersani ma anche ai membri dell’opposizione Brunetta, Di Battista e Meloni, che in diverse occasioni hanno criticato il governo Renzi per un ricorso eccessivo al voto di fiducia.
E’ “fiducite”?
Secondo il sito della Camera, i voti di fiducia richiesti dal governo Renzi dal suo insediamento sono 30, di cui sedici alla Camera e 14 al Senato. Questo totale non combacia esattamente con le cifre citate da Civati. Abbiamo quindi cercato nei resoconti stenografici di Camera e Senato eventuali altri ricorsi al voto di fiducia dopo l’ultimo registrato del 3 dicembre. Guardando i resoconti, si scopre che manca solo un caso dall’elenco della Camera: proprio quello che ha scatenato le ire di Civati nella seduta iniziata il 19 dicembre. Inoltre è probabile che, come Bersani prima di lui, Civati abbia contato i due voti di fiducia richiesti dal governo Renzi al momento dell’insediamento.
Il governo si è insediato il 22 febbraio di quest’anno, e da allora sono passati 302 giorni. Escludendo i due voti iniziali, la media è di circa una fiducia ogni 10 giorni, poco meno di quanto sostiene il senatore Pd.
Fiducia all’alba
Anche se non figura ancora nell’elenco della Camera, il governo ha effettivamente posto la questione di fiducia sul maxi emendamento alle legge di stabilità alle 19:10 del 19 dicembre, ma la votazione è arrivata solo nelle prime ore del mattino del 20 dicembre (la seduta è stata sospesa alle 4:43). Il risultato è quello citato da Civati: 162 favorevoli, 37 contrari. Con 200 senatori presenti su un totale di 320 è vero che (oltre) un terzo dei senatori era assente.
Un record che fa impallidire quello di Monti
Già nelle precedenti analisi avevamo notato che effettivamente il ricorso alla fiducia del governo Renzi è ben più frequente di quello dei governi Berlusconi, Monti e Letta che lo hanno preceduto. Un’analisi dell’associazione OpenPolis lo conferma con i numeri, mostrando il rapporto tra le leggi approvate con mozione di fiducia e il totale delle leggi approvate dai governi da Prodi I ad oggi (l’analisi è di inizio dicembre). Come si può vedere anche nel grafico a destra, il tasso di ricorso alla fiducia dell’esecutivo attuale è di gran lunga superiore a quello dei governi che l’hanno preceduto ed addirittura supera il 50%.
Il verdetto
Nulla da eccepire a Pippo Civati, che pur con qualche sbavatura indica a un record di voti di fiducia del governo Renzi e guadagna un “Vero”.