Parla agli italiani l’ex-Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e riporta l’attenzione su un tema da lui spesso discusso: l’indipendenza e la responsabilità della magistratura del nostro Paese. Sulla politicizzazione della magistratura, e in particolare della Corte Costituzionale, avevamo già avuto modo di soffermarci in una nostra precedente analisi circa le modalità di nomina dei giudici costituzionali. Andiamo invece a vedere ora se è vero che la nostra magistratura “unica tra le magistrature dei Paesi civili gode di una totale irresponsabilità, di una totale impunità”.
Il quadro legislativo di riferimento è costituito dagli artt. 101, 104 e 108 della stessa Costituzione, i quali stabiliscono che “i giudici sono soggetti soltanto alla legge” (art. 101), “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere” (art. 104) e infine “le norme sull’ordinamento giudiziario e su ogni magistratura sono stabilite con legge” (art. 108).
In questo senso la Legge Vassalli, n. 117 del 13 aprile 1988, approvata all’indomani del risultato positivo del relativo referendum, disciplina e regola la responsabilità civile dei giudici e le modalità di risarcimento dei danni. La Legge Vassalli (e relative modifiche, legge 2 dicembre 1998, n. 420) si applica indistintamente “a tutti gli appartenenti alle magistrature ordinaria, amministrativa, contabile, militare e speciali” (art. 1) e stabilisce due casi-tipo:
– nel primo, in accordo all’articolo 2, chi ha subito danno ingiusto per effetto di comportamento, atto o provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato, per dolo o colpa grave o diniego di giustizia, può agire contro lo Stato per risarcimento di danni patrimoniali e non patrimoniali, derivante da privazione della libertà personale (Stato, il quale, successivamente, potrà rivalersi sul magistrato – si veda la scheda esplicativa del Ministero per la Giustizia per maggiori dettagli sulla procedura);
– oppure, nel secondo, in accordo all’articolo 13, nel caso in cui il danno subito sia conseguenza di un fatto costituente reato commesso dal magistrato stesso nell’esercizio delle sue funzioni, il diritto al risarcimento si applica nei confronti sia del magistrato che dello Stato.
Tuttavia, la stessa Legge Vassalli prevede alcune limitazioni di tale responsabilità che rappresentano proprio i punti recentemente sollevati nel dibattito legislativo all’interno del nostro parlamento.
Innanzitutto l’articolo 2, comma 2, prevede che “né l’attività di interpretazione di norme di diritto (cd. giurisprudenza) né quella di valutazione del fatto e delle prove” possano dare luogo a responsabilità da parte del magistrato. In questo senso, gli oppositori dell’attuale legislazione sostengono che, senza responsabilità civile, i magistrati tendano a dare interpretazioni troppo libere e fantasiose del diritto italiano. La magistratura, dal canto suo, sostiene la necessità di operare in maniera indipendente senza pressioni esterne.
In secondo luogo, l’articolo 5, comma 1 – che prevede la valutazione dell’ammissibilità della domanda di “danni” da parte dello stesso tribunale – è accusato di eccessivo sbilanciamento a favore dei magistrati, piuttosto che a protezione dell’interesse del cittadino (per maggiori dettagli su questo dibattito consigliamo la lettura di questo breve articolo).
La responsabilità civile dei magistrati, quindi, esiste ma si applica solamente a casi specifici e con alcune limitazioni piuttosto dibattute. Un “Nì” per la prima parte della dichiarazione dell’ex-Presidente.
Che dire ora della situazione negli altri Paesi “civili”?
Dal punto di vista del diritto comunitario, la responsabilità civile è ampiamente riconosciuta in capo sia allo Stato, che ai magistrati, come dimostra la sentenza del caso Traghetti del Meditterraneo, che sottintende, peraltro, un invito da parte della Corte di Giustizia europea ad allargare la responsabilità civile dello Stato e dei magistrati anche nel caso di “attività di interpretazione di norme di diritto”.
Se osserviamo i singoli Stati, invece, la situazione non è molto diversa da quella italiana. Come hanno ricordato diversi giornali come il Corriere della Sera, i giudici inglese godono dell’immunità completa mentre in Paesi quali Austria, Francia, Germania, Spagna e Svizzera, la responsabilità civile dei giudici è prevista in un numero limitato di situazioni, con modalità non molto diverse dalle nostre.
Un “Nì” per la prima parte e una “Panzana pazzesca” nella seconda: nonostante l’accorato appello agli italiani, Berlusconi non si salva da un “Pinocchio andante”.